GIORNATA
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la Repubblica nel 1646 che in proprio nome si
incoronasse l’imagine. A questa pittura sostituita
una marmorea statua, fu collocato il quadretto
sul frontispizio dell' altare ove resta anche al
di d’oggi; nè il titolo posto dal Fenelli all' al¬
tare durò gran pezza, mutato prima in quello
di N. D. Incoronata a cagione della suddetta ce¬
rimonia, confuso poi col titolo della chiesa in
un solo appellativo.
Pel disegno e l’ornato della cappella s’ ebbe
ricorso a due lombardi, Giambattista e Giovanni
Orsolini, a quel tempo non volgari architetti.
Compensarono questi colla ricchezza e l’elegan¬
za le angustie del campo, fasciando di varii mar¬
mi le pareti, e decorandola di lesene, sovra le
quali corre un bel fregio d’angioletti e ghir¬
lande. Un altro Orsolino per nome Tommaso ma
genovese di patria, scolpi le statue dei putti
che veggonsi al sommo, d'uno stile che molto
ritrae da Carloni, stile che servi d'esempio e
di norma ad ogni statuario vissuto in quella
età o disceso da quella scuola. E pur sua la
statua di Maria sull’ altare, più nota nel popolo
dal comune ossequio e da ricchi doni che le si
tributano, che non pér merito d’ arte, poco sco¬
standosi da molte altre de contemporanei, che
dan nel meschino per troppo cieca imitazione.
Più tardi lavorò altre statue Filippo Parodi con