QUARTA
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sto l'intorbidar con querele l’ammirazione e le
lodi che si debbono a cosi utile impresa.
In quel tratto che corre sotto a'Reali giardini,
la via si dilata in comoda piazza. Le gallerie
comunicanti alle sale del palazzo s’ ergono a
grande altezza, a cavaliere della strada e del
vicin mare. Due rampe formate a bozze di cal¬
carea di Nizza salgono alla contrada di Prè, che
restando a più alto livello, si fa lato e ringhiera
di greche colonnette, e posa sull' inferiore con
uno zoccolo in pietra di Varazze, che spiega le
sue tinte verdastre sull' abbagliato candore delle
nizzarde. Sul lato destro prosegue il muro che
cinge sino alle porte di Vaeca la DARSINA, a cui
destinammo uno speciale articolo.
Dove ci si porga occasione, divisammo anche
delle quali (come abbiamo già osservato) ci conservava
l’unico saggio della gotica architettóra, fu atterrata appena
scoperta, una chiesuola sulla vicina piazza dello Scalo. Lo
stile della sua costruzione era teutonico con archi di sesto
acuto, mettea piede sul livello del mare, e rimanevano
sui pilastri alcuni affreschi con istorie di S. Francesco, tutti
pieni della scuola giottesca, sconosciuta in Genova, se por¬
giamo ascolto agli scrittori dell’ arte. E cosa strana che di
questa chiésa o cappella spettante fuor di dubbio, al secolo
XIII o XIV non s’ abbia alcun cenno nelle nostre memorie.
Sarebbe stato utile e piacevole lavoro il farne soggetto di
illustrazione, se essa fosse scampata alle rovine, o si fosse
cavato un intero ed esatto diseguo di quella fabbrica per
più secoli sepolta.