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di corte con pensione annua, e l'occupò fino alla morte
ora per se stesso, ora per altri principi, ora in ope¬
rette da presentarsi ad altre corti siccome degne di
re. Fu tale incisore all' acquaforte che meritò d' esser
chiamato un secondo Rembrandt. La squisita maniera
ch' ebbe nel dipinger bestiami trovò imitazione in due
suoi figli, Salvatore e Francesco, l' ultimo de' quali,
morto il padre, fu trattenuto nell' istessa corte; ed io
credo che a questa coppia d'imitatori si debbano ascri¬
vere molti quadri che sembrano languidi parti del
Castiglione. E il contraffece con garbo il savonese
Guidobono, e sull' orme istesse gli tenne presso l'ab.
Gio. Agostino Cassana, le cui opere si attribuiscono
sovente al Grechetto, benchè le tradisca una minor
vaghezza di colorito. Lo stesso genere coltivò il Pal¬
mieri e mandò suoi lavori ſino alla reggia di Porto-
gallo; ma il suo stile' non è ben noto in Genova, nè
ch'io sappia se ne addita alcun saggio. — Anton Maria
Vassallo dipinse lodevolmente e frutta e fiori, e per
questi levò gran nome Stefano Camogli, 'che usò fin¬
gerne ghirlande intornó a figure sacre, per le quali
ricorreva al cognato D. Piola. L’ esempio di Cornelio
Wael d'Anversa che stette ed operò in Genôva assai
tempo, non bastò ad invogliare i nostri a minute e di¬
ligenti figure sul gusto de' fiamminghi. Per via diversa
fu applaudito in Milano Alessandro Magnasco, che
allo studio di grandi figure preferi la rappresentanza
di bizzarre scene con figurine a gran tocchi, che gli¬
valsero dal Lanzi l’esser chiamato il Cerquozzi della
nostra scuola. Vi si scerne però la brama d'imitare
Salvator Rosa, principe di questo genere ; e vidi suoi