Full text: Guida artistica per la città di genova (1)

LVI 
di corte con pensione annua, e l'occupò fino alla morte 
ora per se stesso, ora per altri principi, ora in ope¬ 
rette da presentarsi ad altre corti siccome degne di 
re. Fu tale incisore all' acquaforte che meritò d' esser 
chiamato un secondo Rembrandt. La squisita maniera 
ch' ebbe nel dipinger bestiami trovò imitazione in due 
suoi figli, Salvatore e Francesco, l' ultimo de' quali, 
morto il padre, fu trattenuto nell' istessa corte; ed io 
credo che a questa coppia d'imitatori si debbano ascri¬ 
vere molti quadri che sembrano languidi parti del 
Castiglione. E il contraffece con garbo il savonese 
Guidobono, e sull' orme istesse gli tenne presso l'ab. 
Gio. Agostino Cassana, le cui opere si attribuiscono 
sovente al Grechetto, benchè le tradisca una minor 
vaghezza di colorito. Lo stesso genere coltivò il Pal¬ 
mieri e mandò suoi lavori ſino alla reggia di Porto- 
gallo; ma il suo stile' non è ben noto in Genova, nè 
ch'io sappia se ne addita alcun saggio. — Anton Maria 
Vassallo dipinse lodevolmente e frutta e fiori, e per 
questi levò gran nome Stefano Camogli, 'che usò fin¬ 
gerne ghirlande intornó a figure sacre, per le quali 
ricorreva al cognato D. Piola. L’ esempio di Cornelio 
Wael d'Anversa che stette ed operò in Genôva assai 
tempo, non bastò ad invogliare i nostri a minute e di¬ 
ligenti figure sul gusto de' fiamminghi. Per via diversa 
fu applaudito in Milano Alessandro Magnasco, che 
allo studio di grandi figure preferi la rappresentanza 
di bizzarre scene con figurine a gran tocchi, che gli¬ 
valsero dal Lanzi l’esser chiamato il Cerquozzi della 
nostra scuola. Vi si scerne però la brama d'imitare 
Salvator Rosa, principe di questo genere ; e vidi suoi
	        
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