TERZA
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era per sovrabbondanza di commissioni, e per
troppa sollecitudine nel soddisfare ad altri, mal
soddisfacendo a se stesso.
Ma, come accade in quasi tutti i palazzi di
Genova, che il fervido genio d’ un pittore com¬
pensi la negligenza o la stanchezza de compa-
gni, è quivi un terzo artista che si leva sui
précedenti con gagliardissimo volo, e trionfa
sulla loro mediocrità. E questi Bartolomeo Gui¬
dobono, noto più volgarmente sotto il nome di
Prete savonese, al quale i Centurioni allogarono
l'affresco d’ un altro salotto e dell’attigua gal¬
leria. Egli vi tentò diversa prova, stimando ac¬
concia al primo una leggerezza quasi dissi ae¬
rea perchè al luogo si guadagnasse, anzichè
togliere, apparenza di vastità, alla seconda una
robustezza posta a gareggiare col gentile, un
accoppiamento d’oggetti diversi, una varietà ca¬
pace di farla ricca ed imponente e leggiadra in
un punto medesimo. Niuno s’aspetta a veder
tanto d’ un pittore, che tra i nostri frescanti si
nomina appena. Nel salotto, ove finse favolosi
amori cavati dalle metamorfosi, lo secondò nel¬
l’opera e nell’ intento pittorico quel fecondo in¬
gegno del prospettico Ant. Haffner, che ornò
anche di quadrature, ma con minore studio, le
stanze già da noi nominate. In questa gli or-
nati presentano un aspetto di loggia ; e il Gui¬