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tenerne la gloria, come mostrarono in parecchie tele
eseguite in gioventù sulla più scrupolosa imitazione di
lui; ma per crescer negli anni mutarono pensiero, e
si diedero ad un gusto men dolce che li fe’ scapitare
nel concetto dei posteri.
dotti della nostra scuola sogliono riconoscere dal
Paggi i primordi d'una felice riforma nell' arte; ma
questa è da recarsi in gran parte a non pochi stra¬
nieri, che venuti in Genova tra il fine del secolo
xvi c le prime decadi del successivo, vi propagarono
esempi di bel colorito, e tornarono in amore lo stu¬
dio del vero, che sotto il Castello già cedeva alle
convenzioni. Vere Sofonisba Anguissola Lomellini
istrutta dal Soiaro in Cremona sua patria; e fatta vec¬
chia e ciecà schiudeva le proprie stanze a convegno
de’ migliori artisti. Vennero Aurelio Lomi da Pisa e
Simon Balli da Firenze, e di Siena Ventura Salim¬
beni, Pietro Sorri ed Ottavio Ghissoni; altri la vi¬
sitarono di volo côme Orazio Gentileschi e il Poma¬
rancio, ed altri vi si fermaron più anni come i Pro¬
caccini da Milano; ma niuno ebbe per avventura più
ammirazione del Rubens e del Wandik principi della
scuola fiamminga. Per tante e si diverse maniere che
s’ avean sott’ occhio, e per la splendidezza de’ privati
che ragunavan preziose tavole d’ogni scuola straniera
andò scemando l’antiéo stile per lasciar campo ad un
nuovo, che più predilige la natura e va in traccia
dell’ effetto.
Siam dunque a'naturalisti, tra i quali non dubito
d’assegnare il primo luogo a Domenico Fiasella detto
il Sarzana dal luogo della sua nascita, che accadde