Full text: Guida artistica per la città di genova (1)

XXXVIII 
tenerne la gloria, come mostrarono in parecchie tele 
eseguite in gioventù sulla più scrupolosa imitazione di 
lui; ma per crescer negli anni mutarono pensiero, e 
si diedero ad un gusto men dolce che li fe’ scapitare 
nel concetto dei posteri. 
dotti della nostra scuola sogliono riconoscere dal 
Paggi i primordi d'una felice riforma nell' arte; ma 
questa è da recarsi in gran parte a non pochi stra¬ 
nieri, che venuti in Genova tra il fine del secolo 
xvi c le prime decadi del successivo, vi propagarono 
esempi di bel colorito, e tornarono in amore lo stu¬ 
dio del vero, che sotto il Castello già cedeva alle 
convenzioni. Vere Sofonisba Anguissola Lomellini 
istrutta dal Soiaro in Cremona sua patria; e fatta vec¬ 
chia e ciecà schiudeva le proprie stanze a convegno 
de’ migliori artisti. Vennero Aurelio Lomi da Pisa e 
Simon Balli da Firenze, e di Siena Ventura Salim¬ 
beni, Pietro Sorri ed Ottavio Ghissoni; altri la vi¬ 
sitarono di volo côme Orazio Gentileschi e il Poma¬ 
rancio, ed altri vi si fermaron più anni come i Pro¬ 
caccini da Milano; ma niuno ebbe per avventura più 
ammirazione del Rubens e del Wandik principi della 
scuola fiamminga. Per tante e si diverse maniere che 
s’ avean sott’ occhio, e per la splendidezza de’ privati 
che ragunavan preziose tavole d’ogni scuola straniera 
andò scemando l’antiéo stile per lasciar campo ad un 
nuovo, che più predilige la natura e va in traccia 
dell’ effetto. 
Siam dunque a'naturalisti, tra i quali non dubito 
d’assegnare il primo luogo a Domenico Fiasella detto 
il Sarzana dal luogo della sua nascita, che accadde
	        
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