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le scuole d'Italia e conoscer gli autori. In questo suo
viaggio ebbe opportunità di fare amicizia con grandi
letterati, i quali contribuirongli nome colle lor penne
meglio ch' ei non facesse co' pennelli ; tra questi si
noverano il Marini, lo Stigliani e Torquato Tasso
per- la cui Gerusalemme disegnò i rami in più d' una,
stampa. Dalla osservazione di tanti maestri e di tante
scuole non cavò il meglio ; dello stile che recò in pa¬
tria son precipui cáratteri un tono rossiccio, e certà
uniformità ne’ voltí, e certo ammanierato negli atteg¬
giamenti delle figure che il fan simile al Vasari e
agli Zuccari. Uníco tra’ genovesi ebbe il vanto di
porre una sua tayola in Vaticano; onore cessatogli
prima della morte che, il sopraggiunse nel 1629. Educò
all'arte Simone Barrabino, genie severo e pronto da
vinçere in breve il maestro, ond'egli non tardò ad
ingelosirné e il congedò dallo studio; nè il buon gio¬
vane ebbe altrove miglior sorte, come vedremo ad altro
tempo. — Dalla officina d’oràfo passò anche alla di¬
sciplina del Cambiaso G: B. Castello che riusci mi¬
niatore di gran fama, fino ad ottenere nel 1606 dal
doge e da’ governatori l’esenzióne dagli statuti del¬
l'arte. Miniò lihri ad uso dell' Escuriale, e pe' gabi¬
netti di Genova imagini quasi infinite ; nè tacquero
per lui le cetre de' pocti, tra' quali è da ricordare il
Marini, il Soranzo ed il Grillo.
Il nome di G. B. Paggi fissa una bell’ epoca nèlla
ligure scuola. Nato di nobile famiglia c istrutto fin
dalla puerizia nelle buone lettere, dovette poscia al
Cambiaso i primi insegnamenti della pittura, e alla
sua forte volontà l’ assenso paterno a continuar nello