Full text: Guida artistica per la città di genova (1)

XXXIV 
condotto à Genova e quivi lasciato in balla-della sorte 
dal cremonese Aurelio Busso, indi inviato a Roma dal 
march. Tobia Pallavicino che in capo a pochi anni 
il riebbe pittore scultore ed architetto. Per lui mi¬ 
gliorò il Cambiaso nella prospettiva, c a sua posta 
giovò al Bergamasco con quella, energia e prontezza 
di gran disegnatore che palesava in ogni affresco. 
Spesso lavorarono uniti ; c con tal rassomiglianza di 
stile che non è agevole il distinguerli ; cagione gli 
studi che l’ uno e l’ altro cercò ne’ prediletti esemplari 
di Roma. Nel 1576 il Castello cercò miglior fortuna 
in Ispagna, e trovando favori presso Filippo II stette 
a’ suoi servigi tre anni dopo i quali mori. In mezzo a 
tante glorie parve ottenebrarsi il genio di Luca per 
un forte amore che il prese d' una sua cognata, che 
invano sperò di condurre a nozze, per quanto con 
bei presenti ne implorasse dal Papá l’ assenso. Dopo 
la morte del Bergamasco fu chiamato in Ispagna a 
supplir l’amico: ed ei volava colà pieno di nuove 
speranze, che il re gli otterrebbe il pontificio indulto. 
Fallitegli nuovamente, n’ ebbe cosiffatto travaglio che 
cedette alla vita nel 1585. La terza sua epoca che si 
riconosce alla fiacchezza delle tinte, e che par quasi 
un ritratto dell’animo suo, convien recarla in parte 
all' affetto malaugurato, in parte ai bisogni della fa¬ 
miglia che l'obbligayano a dipingere velocemente e 
contro sua voglia. 
Per ordir le fila della sua scuola direm prima di 
Orazio figli» di lui, benchè forse il più mediocre fra 
j molti discepoli, seguace delle massime paterne ma 
nel seguirle troppo lentó; poi d'’ un Francesco Spez-
	        
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