Full text: Guida artistica per la città di genova (1)

XXVIII 
supplica che l'arte de' pittori presentava nel .1481 
al. doge Battista Eregoso affinchè ne confermasse gli 
statuti; nella qual supplica i loro cápitoli son detti 
antichissimi; ond’è manifesto che nel XIV secolo al¬ 
meno i pittori formassero in Genova un corpo civile 
siccome in altre città d'Italia. Egli è vero che due 
sanesi, maestro Tura nel 1505, e Taddeo Bartolo no¬ 
vant’ anni appresso lavoravano fra noi a richiesta di 
privati; ma è pur vero che un-Opizzino da Camogli 
(fogliazz. not.) fioriva in Genova nel 1502, e, con¬ 
temporaneo al secondo tenéavi scuola quel Nicolò da 
Voltri, che a dire del Soprani fu quasi un progenitore 
d’artisti, siccome quello che prima compose con di¬ 
gnità e piegò con maestria le figure. 
Nel tempo stesso vivea nelle Stecadi il monaco Cy- 
bo, valente poeta in provenzalé, istorico lodato, e mi¬ 
niatore gentile, ma non da scriversi tra i giotteschi 
come fa il Baldinucci. Anteriore a costoro è un Fran¬ 
cesco d’Oberto, il quale par nostro dal nome quasi 
peculiare a’ genovesi, ma non può dirsi con sicurezza. 
I forestieri che operarono in Genova e nella provin¬ 
cia son tutti lombardi, meno un Tuccio d’Andria che 
nel 1487 lavorava in S. Giacomo a Savona. Questa 
città ci è feconda di stranieri artisti o chiamati a dipin¬ 
gere da illustri personaggi o portativi dal caso; di due 
alessandrini Jacopo Marone e Giovanni Massone, d’ un 
fra Gerolamo da Brescia carmelitano, di due payesi 
che in diversa opera si sottoscrissero Laurentius pa¬ 
piensis, e Donatus Comes Bardus papiensis. Tra noi 
si conobbe da piú lavori Cesare Nebea di Castellac¬ 
cio che dipingeva nel 1481, e poco appresso Agostino
	        
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