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PRIIA
d’Innocenzo Frugoni. — Quant è di pittura,
principale sfoggio di questa sala, tutto è opera
del Cav. Carlo Gius. Ratti, che molto vi eser-
citò l’ingegno e la mano, poco la fantasia. Par¬
mi aver già accennato in nota, che venendo al
Ratti affidati gli affreschi del vólto e gli altri
dipinti ad olio , egli seguitò ciecamente nell’ e-
secuzione de’ primi la bozza presentata dal Piola
per la medaglia del maggior salone in concor-
renza col Franceschini. Egli medesimo nella vita
di quel pittore ci dà minuto ragguaglio de’ con¬
cetti del Piola; ed io dovendo descrivere i pre-
senti dal Ratti eseguiti non fo che trascriverlo.
Sorge nel mezzo l’ Eterna Sapienza, dal cui capo
si spicca un raggio che percuote nello specchio
della Prudenza, dal quale ripercosso colpisce
nel cuore del Consiglio. Accanto a questo è la
Giustizia che ha scritto in un libro: Diligite ju¬
stitiam qui judicatis terram. I premii ch’ ella
dispensa son simboleggiati da putti con cornu¬
copie d’oro; i castighi da Ercole che atterra
l’invidia, la discordia, l’inganno. — Nella parte
inferiore s’ alza una colonna rostrata, da cui
pendono trofei militari, e intorno ad essa a gran
lettere il motto: Praepotens Genuensium praesi¬
dium. A destra Colombo spiega il vessillo della
Croce, Embriaco offre il catino di Cesarea, il
capitano della guerra d’Antiochia le ceneri del