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PRIMA
Sansovino, o il discepolo di lui, Giacomo Tatti
fiorentino, che per certa devozione al maestro
usò di segnar sempre i proprii lavori col motto
sovra riportato. Questo dubbio nacque pure al
Soprani, il quale le attribui poi francamente al
Contucci sull’ autorità del Vasari che le registrò
nella vita di lui ; e per verità il biografo fioren¬
tino si esprime in modo si particolare, da non
lasciar quasi luogo alla critica. A noi basterà l’os¬
servare che le presenti statue son molto infe-
riori alle famose e stupende del Contucci, che
si veggono in Loreto e nella Toscana. Se a ta¬
luno piacesse attribuirle al Tatti, converrebbe
fissarne l’esecuzione all’ epoca de’ nuovi lavori,
procurati a questo altare dal Conte Filippo Do¬
ria, ed ultimati nel 1532.
Non restava allo zelo di questo generoso si¬
gnore se non che il decoro dell’ altare che tuttor
rimaneva nell’ antico stato, mentre la cappella
pompeggiava delle nuove sculture. Rimanevano
a farsi lavori d’ornamento ; ed ei procurò che
questi non ne temessero, nel loro genere, il pa¬
ragone. Pare eziandio, che si riformasse l’archi¬
tettura della cappella, e forse dobbiamo a que¬
st’ epoca l’innalzamento della cupola che sorge
nel mezzo. Il Conte Filippo Doria chiamò di Lom¬
bardia Gio. Giacomo Dalla Porta architetto, e
Niccolò Da Corte scultore, e a si degna coppia