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GIORNATA
tamente del Civitali dal lato dell' esecuzione, e
lo stimò degno, eziandio in questa parte, di ga¬
reggiare co’ primarii artisti. Certo è che le pre¬
senti statue costituiscono l’epoca più gloriosa
nella vita di Matteo; il quale nell’ opere che fece
in patria non giunse per avventura a tanta perfe¬
zione, se pur non ne vogliamo eccettuare l’altare
di S. Regolo, scolpito nel 1685, prima della sua
venuta in Genova 1.
Le due statue di fronte, il S. Giov. Battista,
e Maria col putto hanno a’ piedi lo scritto; San¬
suvinus Florentinus faciebat, senza cenno di anno.
Quindi posson nascere due dubbi ; e prima, se
quest’ opere sieno state eseguite contemporanea-
mente a quelle del Civitali, oppure nell’ epoca
de’ successivi restauri. Per altra parte si dubiterà
se il loro autore sia l’Andrea Contucci da Monte
Le due statue d’Adamo e d’ Eva furono ideate e scol¬
pite dal Civitali con intera nudità. In progresso di tempo
sembrando esse ripugnanti alle leggi della verecondia, si
usò lo spediente di certe foglie di rame che ne celavano le
pudende. Sul tramonto dello scorso secolo non si credette
bastevole il discreto rimedio degli antenati; un valente scul¬
tore (credo il Ravaschio ) indossava ad ambidue le statue
un partito di pieghe modellato con plastica, il quale per
quanto sia scelto e grazioso, pure riesce sconveniente al¬
l’atteggiamento ed alla espressione, specialmente dell’ Eva.
II Cav. Ratti si lagnava di tâle sconcio fin dal 1789, in
una sua lettera al Sig. Tom. Bernardi lucchese.