Libro Nono.
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riuestito da campagna diede di mano ad vn dardo, se
n'uſci per le Piazze gridando, Libertà, Libertà, e fu segui-
to da molti, li quali giudicarono che hauesse tutta la Fami¬
glia Doria impugnate l'armi contra il presente Gouerno. Con
questo seguito il Fiesco, ed il Doria senza sangue, e quasi sen¬
za reſiſtenza veruna cacciarono il Ducal Gouernatore dal Pala¬
gio, che ſubito dal Popolo fù ſaccheggiato ſenza laſciarui altro
che le nude pareti. Dalla proſperità di questo successo pren¬
dendo il Popolo ardimento sempre maggiore, creò da princi¬
pio ſei Capitani della Libertà tutti Popolari: poi per lusingare
la Nobiltà ne aggiunſe due del di ler Corpo; e pazzamente
meditando di portare l' armi contra la Repubblica di Firenze,
mentre doueua pensare à difendersi da quelle che veniuano di
Lombardia, eleſse Aleſsandro Spinola Capo del Magiſtrato di
guerra. Ma la Famiglia Spinola non ſi laſciaua ingannare
da
queste carezze del Popolo, mentre vedeua che il principale-
Attore di questa Scena era Obietto di Fiesco emulo della sua¬
grandezza, le cheigli Adorni, ed i Fregoſi già vicini co loro
seguaci, oue preualeſſe il Popolol, hauerebbono ad esclusione¬
dlogn' altro; preteſo, ed ottenuto il Comando. Mentre ciò se¬
guiua in Genoua, con ſomma celerità, e con largo dispendio si
arrolaua in Milanoil Esercito, chc fù poi comandato da Ober¬
to Sanſeuerino famoſiſſimo Capitano di quell età, benche v' in¬
teruenissero pur' anche i Fratelli del predefunto Galeazzo Sforza
Ludouico, ed Ottauiano. Fù intanto liberato Prospero Ador¬
no dalle carceri di Cremona; e carico di doni, e di promesse
linuiarono à Genoua, perche ingroſsaſſe col suo partito quello
de gli Sforzeschi, dichiarandolo Gouernatore Ducale della sua
Patria. Cosi talora chi fù in tempo di Pace fomento di tur
bolenze, può diuenire inſtrumento di Pace; come alcune be¬
uande, che ad vn corpo ſano, sariano veleno ad vn' infermo, e
ſpirante ſi conuertono in Medicine. Ma le mosse de' grandi
Eserciti non sono mai se non tarde: onde prima che giunges-
ſero i Milaneſi, già il Popolo di Genoua eraſi reſo padrone del
Caſtelletto, Fortezza importantissima, come souraſtante alla¬
Città, e ne ſegui l'eſpugnazione con più ſpargimento d'oro,
che di sangue; hauendo la tenacità, ed auarizia legate le mani
alla brauura de' difensori. Giunse finalmente l'Esercito à Bu¬
zalla Feudo de gli Spinoli, li quali ſe gli vnirono, e l'accreb¬
bero notabilmente con Soldati loro Sudditi, maſsime della Valle
di Scrivia, e di Borbiglia. A questi comandaua Alessandro
Spinola Consigliere già di Galeazzo, e successiuamente de Prin-
cipi Eredi. Mosse da Buzalla verso Genoua l'Esercito, e con
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