Libro Quarto.
DI§
Spinoli: peròche ſucceduto à Guglielmo Piacentino nell Vfficio
di Podeſta Corrado de' Conceſsi Nobile Breſciano, com era Ca-
ualiere di grand animo, e di profondo consiglio, venne in de-
liberazione di medicar le piaghe più vicine alle viſcere dello
Stato; e tralaſciando i Marcheſi del Boſco, di Ceua, e di Mon-
ferrato; nè punto curandosi de gli Alessandrini, de' Parmegia-
ni, de' Vercellesi, e d' altri Popoli che ſeguiuano le parti di Fe-
derico, voltoſsi ad assalire col pieno di tutte le forze gli Stati di
Guglielmo Spinola Capo della Fazione de' Malcontenti. Occu-
pò egli ſul primo arriuo il Caſtello di Ronco, e lo guerni à
buona difeſa: indi conduſse l'Esercito sopra le due Fortezze di
Sauignone, e di Coſtapelata, delle quali parimente si fe Padro-
ne. S' accinse poi con tutto il Campo all' espugnazione di Bu¬
zalla, vno de principali Feudi, che poſſedeſſe allora lo Spinola;
e questo pur anche dopo qualche resistenza si reſe à patti: e con-
tuttociò il Podeſtà indi a pochi giorni fecelo appianar fino à
terra: il che fù parimente eseguito in Genoua contra il Palagio
del medeſimo Guglielmo nella contrada de' Lucoli. Ma le ſtre¬
pitoſe minaccie di Federico, e gli ſtraordinarj preparamenti di
potentissime Armate, ch'egli faceua per Terra, elper Mare
contra i Genouesi sottraſsero allora lo Spinola dall' vltimo scem¬
pio. Peròche ne' quattro anni ſeguenti da più parti assaliti
dalle forze Imperiali, e Confederate gran pruoua fecero di va¬
lore, e degna della memoria de' Secoli in difendersi: mentre
ribellata dalla Città Dominante quasi tutta la Riuiera Occiden¬
tale, si che rimaneua il Capo con vn solo braccio, poſero non¬
dimeno in fuga più volte l'Armata Ceſarea, che constaua di
ſettanta, di ottanta, e talora con l’ vnione de Pisani di cento
quaranta Legni grossi; e non perdettero in Terra se non quel¬
lo che potè rapir l'inimico nel ſaccheggiamento di alcuni Luo¬
ghi aperti sù le piaggie del Mare, e per lo più non difesi
Queste non immaginate, e quasi non credibili prodezze atter¬
rirono in tal guisa i nemici, che il Marchese del Caretto, quelli
d'Albenga, e di Sauona ſteſſa, Città ſempre auuerſa, e indomi¬
ta, vennero à chieder Pace, e si contentarono di riceuerla in-
sieme col giogo della giurata ſoggezione alla Repubblica, e al
Popolo Genoueſe. Cotal felicita fù accompagnata da vn' altra
non meno rileuante; cioè dalla Tregua prolungata per diece
anni con la Repubblica di Venezia; i trattati della quale si ma¬
neggiarono dalli due Ambaſciatori Guido Spinola, e Vgo Fie-
ſco. Dal che chiaramente appariſce che non tutti gli Spinoli fu¬
rono ſeguaci di Guglielmo, e di Tomaſo nelle riuoluzioni da
Noi fin qui raccontate. Non restaua contuttociò senza nuuole