in queste poche parole l' accorto Scritto-
re di Vite: che da non sà che accidente
sopravvenuto, non le fin!. Non vi occor¬
sero però quei non meno ridicoli, che
chimeregginti ripari, e difensivi, per
quelli sottrarre a perico i delle proggie
come se fossero state colorite sulle tego-
le , e sovra quel tetto, non coperte da
esso, e sotto quei voltoni quelle, che
non potrete non riconoscere, e confessa-
re per debilissime operazioni, degne non
so se più di compassione, o di riso. El
altro, che potrete pid compitamente leg-
gere nelle stesse Vite del Vasari, in
quella di Vitiore Scarpaccia, o Carpac-
cio, ciò che sece il detto nostro Avanzi,
a concorrenzi d’Aldigeri da Zevio, ed
anche di Sebeto da Verona, nella stessa
Città nel Palagio già de' Signori della
Scala, oggi del Podestà, in Casa de' Conti
Serengbi: ed in Padova nella Chiesa del
Santo presso alle Cappelle, che vi avean
dipinto, e vi doveano altresi dipignere
più valentuomini, chiamati da tutte le
parti a competenza, dopo la tanto vera-
mente bella a quei tempi di Giotto; con-
cludendo in fine; che dipinse fra l’altre
tante cose il nostro Avanzi a fresco du¬
trionsi bellissimi, e con tanto artiflcio,
buona maniera, che affermava Girolam.
Campagnuola, che il Mantegna li lodava
come Pittura rarissi na: Ed altrove, chi
di tutte l' opre quella di Jacopo Avanzi fi
tenuta la migliore.
A Jacopo fra gli altri succedette Lip.
po