Full text: Lib. X (10)

CAPO VI. 
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mente ai due altri, lunghi quanto era la lunghez¬ 
za degli scapi delle colonne, e nelle teste degli 
scapi impiombò due perni di ferro (1) a guisa di 
biette (2), e infisse le armille ne' legni per cer¬ 
chiare i perni : inoltre rinforzô le teste con boc¬ 
cole (3) d' elce. Con ciò i perni rinserrati dalle 
pera; e quindi dovevano occupare tutta la larghezza dei le¬ 
gni, o se si suppone che avessero un minor diametro la mi¬ 
nima parte del legno restava non perfettamente ridotta, e 
perciò si conservava in essi la minima forza. A conseguir la 
qual cosa si dice che per materia trientale debbano inten¬ 
dersi legni lunghi un piede, e grossi quattro once, come si 
può dedurre dall' aver la voce trientale sempre questo sen¬ 
so in tutti i luoghi, nei quali l' adoprò Vitruvio. Tuttavia 
non si sa da dove il Newton trasse l'idea di dare a questi 
fusti la larghezza di un piede, quando per la lunghezza di¬ 
sessanta piedi poteva egualmente succedere la loro plegatu¬ 
ra-e rottura. Ma siccome Vitruvio non fa parola di questa 
larghezza, e siccome questa è necessaria a determinarsi per¬ 
chè i legni non si pieghino pel proprio peso in tanta lun¬ 
ghezza, bisogna incolpare Vitruvio di grande ommissione; 
oppur ritenere che si avesse fatto uso di un altro artificio, 
pel quale i due fusti longitudinali venissero collegati, quan¬ 
do si voglia aver per fermo che quelle colonne fossero tut¬ 
te di un pezzo per la lunghezza indicata da Plinio, anzichè 
formate dall' unione di due o tre pezzi. 
(1) Il testo dice chodaces ; erano questi i perni di fer¬ 
ro conficcati nelle teste della colonna; la loro forma poi di 
coda di rondine deve intendersi nella parte che si doveva 
impiombare nel masso, perchè non potesse facilmente smuo 
versi, stantechè la parte che doveva girare siccome asse in 
una ruota non poteva essere che perfettamente rotonda. 
(2) Lat. subscudes. Nel lib. IV. cap. 7. pag 77. da sub¬ 
scudes abbiame tradotto biette, e notammo che volgarmente 
nei nostri dialetti si dice bietta un pezzo di legno o anche 
di ferro sottile e piatto, che appunto è fatto a coda di ron¬ 
dine, côme notano gl' interpreti. S' intende però che a biet¬ 
ta sia fatta quella parte che va dentro il masso, come sopra 
si disse. 
(3) Dice lo Stratico che questi bastoni di elce erano for¬ 
mati a guisa di coscie, per mezzo di cui gli animali faceva¬ 
no rotolare i fusti ; e soggiunge che la mollezza delle stra¬
	        
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