LIBRO IX.
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CAPO IV.
Delle regole
gnomoniche, e del mondo
e dei piancti.
12. Queste cose furono con mente divina in¬
ventate, e destano nei riguardanti grandissima me¬
raviglia, stantechè l' ombra dello gnomone (1
equinoziale diversifica di grandezza in Atene, in
Alessandria, in Roma, e non è la stessa in Pia¬
cenza (2) e negli altri luoghi dell' orbe terreno,
perciò secondo le mutazioni dei luoghi differisco¬
no grandemente le descrizioni degli orologi.
13. Perchè colle grandezze delle ombre equi¬
noziali si disegnano le forme degli analemmi (3)
(1) Questa si assume per costante in ambedue gli emi¬
sferi nella descrizione delli gnomoni. La si osserva a mezzo¬
giorno, e varia con la latitudine; cioè è nulla sotto l' equa¬
tore, eguale allo stilo a 45°, e più lunga ad una latitudine
maggiore. Strat.
(2) E cosa singolare che Vitruvio nomini questa città,
quando essa non era una metropoli, come le altre, ma ben¬
si una colonia antica dei Romani, stabilita particolarmente
per opporsi alle incursioni dei Galli. Se non fosse in altro
luogo indicata la patria di Vitruvio, si potrebbe sospettare
che fosse stata Piacenza, e che perciò egli avesse voluto di¬
stinguerla; però si può invece conghietturare che vi avesse
dimorato in essa per lungo tempo quando era soprantenden¬
te alle macchine belliche, ovvero che là si trovasse quando
scriveva questo libro, e che abbia addotto per esempio il luo¬
go della sua dimora. Cosi lo Stratico. A noi sembra che po¬
co possano servire alla critiça simili indagini.
(5) Queste parole, dice il Salmasio, non possono far con¬
chiudere con lo Scaligero, che gli orologi degli antichi fos¬