Full text: Lib. VIII (8)

LIBRO VIII. 
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nissa, ch'era il padrone di tutto il territorio del 
castello, militò col padre Cesare: essendo questi 
ospite in casa mia, nella quotidiana conversazione 
éravamo trascinati a disputare di filosofia: onde 
caduto il discorso tra noi intorno alla potenza ed 
alle virtù dell' acqua, asseri che in quella terra 
v'erano di tali fonti, ove i nativi aveano voci 
sceltissime per cantare (1): e che perció gli ol¬ 
tremarini (2) comperavano ragazzi formosi e fan¬ 
glio di Massinissa abbia combattuto sotto le bandiere di Ce¬ 
sare, nato 50 anni dopo la morte di Massinissa. Veramente 
questo re africano, amico de’ Romani, non potea aver un fi¬ 
gliuolo di tanto tarda età da poter conversare con Vitruvio. 
Che resta dunque a conchiudersi? Che qui sia errato o l'u¬ 
no o l' altro di questi nomi, ovvero che Vitruvio abbia com¬ 
messo questo anacronismo apparente, col chiamare figlio di 
Massinissa un pronipote di questo re. 
(1) Questo racconto viene fatto anche da Plinio, che pe¬ 
rò desunse da Varrone. Vorrebbe il Filandro che le acque 
di quella sorgente fossero impregnate di sandaraca, la quale, 
dic' egli, purga la voce ed è molto vantaggiosa agli asmatici. 
(2) Ci piace molto la interpretazione del Filandro, anzi 
è l' unica che si possa dare a questo passo vitruviano che 
non può dirsi menomamente ambiguo. Eccola. Conoscendo 
gli abitanti di Zama, d' Ismuc e dei loro territorj, che tutti 
quelli, i quali nascevano fra loro, avevano una voce attissi¬ 
ma al canto, andavano a comperare oltra mare schiavi di 
belle forme e femminelle mature che si congiungevano in 
matrimonio, onde procreassero figli, i quali alla soavità della 
voce unissero la formosità della persona. Ci sembra pertan¬ 
to di dedurre da ciò che quegli Africani facessero commer¬ 
cio di schiavi dalla bella voce. Devesi adunque considerare 
il transmarinos o come sostantivo, o come aggettivo che por¬ 
ti sottinteso l' homines: cosi il senso riesce più netto che 
non applicandolo ai servi o ragazzi comperati, come fecerc 
gli altri traduttori. E se Vitruvio avesse inteso cosi, avrebbe 
raccomandato il verbo emere a qualche nome proprio di 
genti, e non l' avrebbe lasciato totalmente sospeso. Si avver¬ 
ta poi alla maturità che accenna Vitruvio siccome necessa¬ 
ria nelle donne affine di procreare figli di belle forme. Que¬
	        
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