Full text: Lib. VII (7)

GIUNTA 1. 
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natura prescrive. Nè queste leggi potevano essere seguite, se 
non erano prima conosciute; nè conosciute, se non venivano 
studiate. Ed in questo studio dovevano servirsi d' un meto¬ 
do consimile a quello che propone l'Accolti, di far cioé mo¬ 
delli conforme il soggetto che si vuole rappresentare, indi 
cercar la veduta migliore e più singolare, dopo osservare i 
lumi, i riflessi, gli sbattimenti, i cadimenti dei panni, i piom¬ 
bi di ciascuna testa sul piano, gli accrescimenti, le diminu¬ 
zioni delle parti, le projezioni delle ombre, i risalti, le più 
o meno vive tinture dei colori; le osservanze delle quali co¬ 
se tutte generano quell’ armonica rappresentazione di cose, 
che tanto lascia contento e appagato l'occhio del riguardan¬ 
te, assuefatto anche nel naturale a cosi fatte apparenze. E 
senza premettere una simile operazione, soggiunge lo Zanot¬ 
ti, che insegni di situare le figure, e di dare alle medesime 
la dovuta degradazione, non potrà mai il pittore coi suoi di¬ 
segni far si, che chi li riguarda comprenda quelle distanze, 
che vi hanno ad essere fra gli oggetti. Quindi se a produrre 
opere eccéllenti si richieggono tutte queste cognizioni ed av¬ 
vertenze, senza le quali non si potrà mai giungere alla de¬ 
siderata perfezione, sarà lo stesso che dire essere necessa¬ 
ria nelle arti del disegno la prospettiva, e senza di questa 
non potersi conseguire celebrità. E rivolgendo l' argomento 
dall' effetto alla causa, quando si osserveranno opere bellis¬ 
sime si dovrà conchiudere, che l' ingegno che le produsse 
possedeva tutte le cognizioni indispensabili a renderle tali. 
E vero che i sommi ingegni ed i più grandi maestri sem¬ 
brano avere, per cosi dire, innate tutte le leggi del bello e 
del buono; tanto è vero, direbbe taluno, che la scienza è 
figlia dell' arte, non facendo che raccogliere ed ordinâre i 
metodi seguiti dai migliori artisti. Qui però si osservi, che 
se per scienza vuolsi intendere unicamente una collezione di 
regole, diremo ch' essa è figlia dell' arte; ma se invece s' in¬ 
tenda la ragione delle regole praticate, come veramente de¬ 
ve suonare quel termine, allora diremo ch' essa è la madre 
delle arti, e l' unica direttrice degli artisti. Imperciocchè, sia 
che questi deducano il loro modo di operare per ragiona¬ 
menti e confronti, sia che dalla natura abbiano ricevuta l'at¬ 
titudine di potere immediatamente concepire quell' ordine e
	        
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