LIBRO VII.
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da loro chiamasi ecclesiasterion, e in quella ebbe
fatto statue invece di colonne, centauri sostenen¬
ti architravi, tetti ritondati di cupole, voltate pro¬
minenti di frontispizj, e cornici ornate con teste
di leone; le quali cose hanno la ragione degli
stillicidj dai tetti; tuttavia al di sopra ha voluto
aggiungere l'episcenio, in cui v'erano cupole,
pronai, semifastigj (1) e varie altre pitture che
ornavano tutto il tetto.
39. Pertanto avendo l'aspetto di quella scèna,
a cagione dell' asperità (2), allettato la vista di
Il fantastico dell' Orsini sarà permesso quando non sia sino¬
nimo dell' impossibile, e che non si opponga, com' egli dice,
alle leggi della natura. Quando queste leggi non vengono
offese, l'opera non sarà mai riprovevole.
Non neghiamo però che il volgo non sia tocco da mera¬
viglia forse più per qualche stranezza, che per una vera bel¬
lezza; la sua mente e fatta pel favoloso o per lo stravagan¬
te; quindi conveniamo con lo Stratico, che per indurlo a ri-
gettare un' opera sorprendente per le stranezze che rappre¬
senta, non bisogna biasimare i difetti della medesima, ma mo¬
strare invece la inconvenienza del luogo, ove sono collocati
simili oggetti, come fece Licinio cogli Alabandei. Ma l' uomo
di buon senno deve sempre rimproverare all' artista l' allon¬
tanamento dalla verità, particolarmente quando lo faccia per
suo spontaneo volere.
(1) Il latino dice semifastigia. L' Orsini traduce fronti¬
spizj spezzati.
(2) Nel testo asperitatem. Il senso primario di questa vo¬
ce par che derivi (secondo il Vossio) da quella ineguaglian¬
za e varietà di particelle che compongono la terra arenosa
o ghiajosa. L'asprezza però par riferibile piuttosto al tatto
che alla vista, e in questo caso l'esempio di Virgilio addotto
dall Ortiz vasa aspera signis calzerebbe benissimo, perché
toccando i detti vasi, ove sono intagliati varj emblemi e figu¬
re, si sente subito l'ineguaglianza e l' asprezza della superfi¬
cie ; la qual sensazione è similissima a quella che si ha ti¬
rando la mano sopra la terra arenosa. E il-Caro, traducen-
do vasi intagliati, diede una chiara spiegazione della cosa,