PREFAZIONE
de avendone il re scelti sei nella detta città, ne
essendo facile trovarne un settimo idoneo, si ri¬
volse ai soprastanti della libreria, e gl'interrogò,
se conoscessero alcuno che fosse atto alla cosa.
Al che quelli risposero esservi un certo Aristofa¬
ne (1), il quale con sommo studio e con somma
diligenza leggeva ogni giorno per ordine tutti i
libri. Essendosi adunque nell'adunanza de giuochi
ripartite le sedi secrete dei giudici, chiamato an¬
co Aristofane si collocò nella sede che gli fu de¬
signata.
4. E primieramente introdotto al dibattimento
l'ordine de poeti, nel mentre che si recitavano
gli scritti, tutto il popolo manifestava co gesti ai
giudici ciò che dovessero essi approvare. Perciò
richiesta la sentenza da ciascheduno, dissero ad
una voce, il primo premio doversi a colui, che si
osservò aver moltissimo placiuto alla moltitudine;
all'altro il secondo. Ma Aristofane, quando gli fu
domandata opinione, pronunziò che colui fosse
proclamato primo, che non aveva piaciuto al po¬
polo. Allora essendosi il re e tutti grandemente
sdegnati, alzossi egli e domandò grazia d'esser
udito. Per lo che, fatto silenzio, provò quello fra
tutti esser poeta ; gli altri aver recitato le cose
altrui; ed esser d'uopo che i giudicanti non i fur¬
stinguono le tragedie in belle per leggersi, ed in belle per
recitarsi.
(1) Di questo Aristofane non havvi menzione presso gli
antichi.