Full text: Lib. VII (7)

PREFAZIONE 
de avendone il re scelti sei nella detta città, ne 
essendo facile trovarne un settimo idoneo, si ri¬ 
volse ai soprastanti della libreria, e gl'interrogò, 
se conoscessero alcuno che fosse atto alla cosa. 
Al che quelli risposero esservi un certo Aristofa¬ 
ne (1), il quale con sommo studio e con somma 
diligenza leggeva ogni giorno per ordine tutti i 
libri. Essendosi adunque nell'adunanza de giuochi 
ripartite le sedi secrete dei giudici, chiamato an¬ 
co Aristofane si collocò nella sede che gli fu de¬ 
signata. 
4. E primieramente introdotto al dibattimento 
l'ordine de poeti, nel mentre che si recitavano 
gli scritti, tutto il popolo manifestava co gesti ai 
giudici ciò che dovessero essi approvare. Perciò 
richiesta la sentenza da ciascheduno, dissero ad 
una voce, il primo premio doversi a colui, che si 
osservò aver moltissimo placiuto alla moltitudine; 
all'altro il secondo. Ma Aristofane, quando gli fu 
domandata opinione, pronunziò che colui fosse 
proclamato primo, che non aveva piaciuto al po¬ 
polo. Allora essendosi il re e tutti grandemente 
sdegnati, alzossi egli e domandò grazia d'esser 
udito. Per lo che, fatto silenzio, provò quello fra 
tutti esser poeta ; gli altri aver recitato le cose 
altrui; ed esser d'uopo che i giudicanti non i fur¬ 
stinguono le tragedie in belle per leggersi, ed in belle per 
recitarsi. 
(1) Di questo Aristofane non havvi menzione presso gli 
antichi.
	        
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