Full text: Lib. VII (7)

GIUNTA III. 
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giatissimi marmi, poichè dipingevano gli ornamenti architet¬ 
tonici ed i bassi-rilievi degli edifizj più sontuosi. 
Ne viene pertanto che la bellezza delle tinte negli ogget¬ 
ti naturali, ed il caso comunissimo che il succo di alcune 
sostanze colorate spruzzando sopra altri oggetti vi lasci il 
proprio colore, dovevano facilmente suscitare l' idea anche 
nelle nazioni men colte di farne l' applicazione, e quindi di 
stabilire qualche specie di tintura, che perfezionandosi ve¬ 
nisse poi ricercata dalle nazioni più incivilite; ed il fatto lo 
prova, poichè si sa che i Galli preparavano alcuni colori, 
dei quali facevano grande commercio con Roma. Non v' ha 
dubbio quindi che la tintura e la dipintura debbano ripete¬ 
re la loro origine dalla più remota antichità. 
Certo che dovettero soggiacere alla sorte comune a tut¬ 
te le umane produzioni, cioè fu ad esse necessario il vol¬ 
gere di più secoli prima di giungere alla perfezione. E dal¬ 
la loro speciale natura provenne, che la scienza vi portò po¬ 
co augumento fino agli ultimi tempi (1); imperciocchè es¬ 
sendo le medesime riguardate siccome arti meccaniche, re¬ 
starono interamente fra le mani dei pratici, i quali soltanto 
per via d'incerti tentativi poterono stabilire quei processi 
che raffinarono l' arte al massimo grado, ma che si custodi¬ 
rono sempre gelosamente come segreti producitori della lo¬ 
ro opulenza (2). Ed è questo uno dei gran vanti che porta 
la filosofia moderna sopra l' antica, cioè di aver interrogata 
la natura in ogni sua parte, niuna considerandone siccome 
indegna delle sue meditazioni; dovechè i filosofi di Grecia e 
di Roma, che a fronte della loro predicata eguaglianza pur 
approvavano col sentimento la turpe distinzione dell' umana 
specie ch esisteva ai loro tempi, cioè in libera ed in ischia¬ 
va, credevano sconvenevole alla loro sapienza l'occuparsi di 
ciò che propriamente chiamavasi mestiere ; e Plinio stesso lo 
afferma, parlando appunto della materiale composizione dei 
(1) Intendesi riguardo alla formazione dei colori, non già riguarde 
alla forma delle opere di pittura propriamente detta. 
(2) Non vi furono mai artefici che serbassero il segreto delle loro 
composizioni quanto i tintori, i quali tuttora ne vantano a fronte dei 
premj e dei privilegi che si accordano in questi ultimi secoli a tutti 
quelli che li rendono di pubblica ragione.
	        
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