Full text: Lib. VI (6)

GIUNTA 1. 
„minciato ad imitarsi il loro cavedio. Atrio fu cosi chiama¬ 
„to dai Toscani di Adria: imperciocchè di là ne venne il 
„primo esempio ”. Fin qui Varrone. Si esamini ora questo 
passo colla maggiore attenzione possibile. Dalle parole si re¬ 
lictum erat in medio ut lucem caperet, con ciò che segue, 
i commentatori tutti spiegarono che si dovesse aprire una 
buca in mezzo al tetto del cavedio, la quale si dicesse indis¬ 
ferentemente impluvio e compluvio, e fosse quella da Vitru¬ 
vio notata colle parole in medium compluvium. Non negasi 
che questo passo di Varrone a prima vista possa indurre i 
leggitori nella comune opinione. Inoltre questo scrittore era 
nominato il dottissimo dell' antichità: avea anche scritto un 
libro sopra l'architettura, e non è dubbio che la sua auto¬ 
ritä sia del maggior peso. Ma ci è maniera d'interpretar que¬ 
ste parole di Vârrone, senza incorrere nella irragionevolez¬ 
za di rompere quel coperto nel suo mezzo per farvi entrar 
colla luce le pioggie, ed esporlo a tutte le intemperie, per 
cui in breve tempo si rovinerebbe l'edifizio; e poichè la ra¬ 
gione reclama i suoi diritti, si deve rivendicarglieli. Primie¬ 
ramente chi sa se in vece di quel in medio non si doyesse 
leggere sub medio; ma senza di questo si rifletta che Var¬ 
rone, parlandoci di cavedio, parla di un luogo coperto (lo¬ 
cus tectus intra parietes ), e checchè ci paja dirne in segui¬ 
to di contrario, si deve ritenere sempre che questa è la pro¬ 
posizione del suo discorso. Ora mettiamci avanti gli occhi il 
cavedio corintio del Barbaro o del Palladio, e supponghiamo 
ch'esso rimanga il medesimo, solo che si faccia tutto distesamen¬ 
te coperto senza quel buco: la luce vi entri per finestre dal¬ 
la parte del portico: e le pioggie scolando verso i muri ven¬ 
gano spacciate per fistole e per canali, e veggiamo se que¬ 
sto edifizio cosi ridotto tanto e tanto possa stare colle pa¬ 
role di Varrone. Intanto il nome di cavedio gli si converrà 
égualmente, perchè non vi si è levata alcuna di quelle cose 
che alterar ne possano il carattere, dal quale prende il suo 
nome. Osserviamo inoltre, che questa parte dell'edifizio con¬ 
siderata nel pian terreno è diventata una sala tutta coperta, 
che assai bene si presta agli usi, cui servivano gli atri. So¬ 
pra il coperto di questa sala rimane, per dir cosi, un corti¬ 
le pensile, sul quale si può passeggiare venendo dagli appar¬
	        
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