LIBRO VI.
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queste altre cose, le quali se sono difettose facil¬
mente si mutano. Cosi ho pur esposto in qual
maniera si possano ridurre a fermezza quelle co¬
se stesse che non si credono solide. Il servirsi
poi di tutti i generi di materiali non è in potere
dell' architetto; perchè non in tutti i luoghi na¬
scono tutte le sorta di cose, come nel prossimo
volume si è detto. Inoltre sta nell' arbitrio del pa¬
drone l' edificare o con mattoni, o con cemento,
o con sasso quadrato.
61. Poichè le aggiudicazioni (1) di tutte le
opere sono tripartitamente (2) considerate; cioe
per la finezza fabbrile, per la magnificenza, e per
la disposizione : quando si vedrà un opera magni¬
ficentemente (3) compita, da ogni potestà (4) si
loderanno le spese: quando finamente, si appro¬
(1) Ci sembra che questo sia il vero senso del latino pro¬
bationes.
(2) Saggiamente parla a questo numero il nostro autore.
Bello esempio però e quello che ci lasciò Apelle di accetta¬
re consigli anche dagl' idioti, siccome narra Plinio nel lib.
XXXV. cap. 10. „Apelle, dic'egli, esponeva le sue opere,
„ compiute ch’erano, alla vista di tutti quelli che passava¬
„ no, e dietro al quadro si nascondeva per ascoltare quali
„ difetti venivano rimarcati, riguardando il volgo siccome
„migliore giudice di quello che poteva essere egli medesi¬
„mo . Riguardo poi alla distinzione che soggiunge Vitru¬
vio fra l'idiota e l'architetto diceva anche Cicerone nel lib.
III. dell'Oratore: „E cosa mirabile che vi sia gran diversità fra
„il dotto e l'ignorante nell' eseguire, e poca se ne osservi
„ nel giudicare
(3) Dal latino magnificenter, che suona qualche cosa più
del magnifice.
(4) Il testo ab omni potestate, ossia da chiunque desti¬
nato a giudicare: perciò va bene aggiudicazioni usato di
sopra.