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LIBRO VI.
dunque fu scritto prima della venustà e del de¬
coro, or parleremo della fermezza, e come si sta¬
bilisca in modo che per lunga antichità duri sen¬
za difetti.
CAPO XI.
Della fermezza e dei fondamenti degli edifizj.
55. Se gli edifizj che si stabiliscono a piè
piano (1) avranno le fondamenta fatte come quel¬
le, di cui si trattò da noi ne' primi libri parlan¬
do dei muri e dei teatri, dureranno senza dub¬
bio per lunghissima antichità. Che se vi si for¬
meranno ipogei o concamerazioni, i fondamenti si
facciano più grossi che non saranno i muri degli
edifizj postivi sopra; e le loro pareti, i pilastri e le
colonne si collochino nel mezzo a perpendicolo
delle strutture inferiori, affinchè corrispondano al
solido: chè se le pareti o le colonne peseranno
in pendio (2), non potranno avere fermezza du¬
revole. Oltre a questo, se fra le soglie a seconda
(1) Vitruvio distingue in questo capitolo le fabbriche che
si fanno sopra il suolo orizzontale, dalle fabbriche sotterra¬
nee ed a volta. Per le prime bastano 1 precetti stabiliti nei
libri I. III. e V.; ma per le seconde bisogna che le fonda¬
menta siano più larghe. Non assegna però le proporzioni; e
solo avverte che il centro delle pareti e dei pilastri superio¬
ri sia nello stesso perpendicolo del centro delle inferiori.
(2) Ció corrisponde alla nostra frase poggiar in falso,
cioe se le mura non insistono sopra altre mura, le quali ap¬
poggino sul sodo.