Full text: Lib. VI (6)

LIBRO VI. 
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47. Gli equili (1), massimamente in villa, si 
piantino dove i luoghi sono caldissimi, purchè non 
guardino al focolare; perchè quando i giumenti 
stalleggiano presso al fuoco diventano ruvidi. Nè 
sono inutili que presepj, che si collocano fuori 
della cucina (2) all' aperto verso l' oriente : per¬ 
chè quando nel verno dell'anno i buoi si tradu¬ 
de re rustica intorno ai granaj. Egli però riferisce quanto era 
scritto nello statuto di Roma (pag. 143) sulla maniera di sab¬ 
bricare un granajo che contenga una data quantità di grano 
colle seguenti parole. „Egli è noto che per conservare il 
„ grano si debba tenere egualmente ammucchiato per l' al¬ 
„ tezza di palmi tre, ed il mucchio ha la figura di una pi¬ 
„ramide troncata che ha le basi quadrangolari; e quella che 
„giace sul pavimento avanza la superiore per ogmi intorno 
„circa due palmi. Pongasi a modo d'esempio, che si voglia 
„fabbricare un granajo che debba contenere 30o rubbi ; si 
„moltiplichi codesto numero per 24, ed il prodotto 7200 si 
„parta pel numero 3, ed il quoziente mostrerà la quantità 
„dell'area, che occupa una mole parallelepipeda, che abbia 
„di lunghezza palmi 100, di larghezza palmi 24, e di al¬ 
„tezza palmi tre. Ma perchè si diceva, che la figura del gra¬ 
„no ammucchiato è d'una piramide troncata, bisogna ag¬ 
„giungere attorno attorno all’area uno spazio largo, come 
„si diceva, per due palmi ; sicchè la quantità proposta di 
„ 300 rubbj occuperà un’ area di 2912 palmi quadrati. Ol¬ 
„tre la trovata area si dee estendere il granajo da un lato 
„circa palmi 10 per poter rivoltare acconciamente il grano, 
„e negli altri tre lati è sufficiente che vi rimanga lo spazio 
„di un palmo e mezzo per potervi intorno girare? 
(1) Il Palladio nel lib. I. prescrive che le stalle dei ca¬ 
valli sieno bensi rivolte a mezzogiorno, ma che abbiano nul¬ 
ladimeno alcuni fori verso settentrione, i quali chiusi nella 
stagione d’inverno non nuocono, ed aperti nella state servo¬ 
no a mitigare il calore. 
Siccome poi usiamo in italiano equo per cavallo, e vol¬ 
garmente diciamo equitazione, perciò abbiamo pensato, sicco¬ 
me ovile e caprile, di usar anco equile. Comunemente le stal¬ 
le da cavalli si chiamano scuderie da scudiere. 
(2) La voce culina dei latini non significa sempre quel locale, 
in cui si cuocono le vivande, come si rileva anche da questo pas¬ 
so vitruviano; nè può credersi che in esso fossero collocate le
	        
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