LIBRO VI.
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circolo signifero (1), e del corso del sole, natu¬
ralmente in dispari qualità trovasi collocata; allo
stesso modo anco secondo le proprietà delle re¬
gioni e le varietà del cielo, par che si debbano
dirigere le disposizioni degli edifizj.
9. Sotto il settentrione (2) si facciano edifizi
come ognuno sa, per gli abitanti terrestri dall'equatore al po¬
lo. Di tutte queste cose Vitruvio parla diffusamente al Lib.
IX, ove noi apporteremo alle teorie di quel classico quel¬
le modificazioni che furono introdotte dai progressi della
scienza.
(1) Qui si tradusse letteralmente per usare in aggettivo
italiano la voce signifero. Altri tradussero zodiaco ed ecclit¬
tica. Deesi però avvertire che noi traduciamo Vitruvio ; e
quindi con quelle parole che rappresentano le imperfezioni
che al suo tempo vi erano nella scienza astronomica. Senza
questo metodo non si potrebbe nè indicare l'andamento pro¬
gressivo delle arti e delle scienze, nè stabilire la differenza,
in cui si trovarono nelle varie epoche della civiltà umana.
(2) Le stesse osservazioni, che fa Vitruvio sulla varia na¬
tura dell' uomo proveniente dalla varietà del clima, furono
ripetute da molti scrittori cosi antichi come moderni, Gale¬
no nel Lib. Il. dei temperamenti, e nel commentario al li¬
bro della salutare dieta, Tacito nel libro dei Germani, Pli¬
nio nel Lib. II. c. 78, Giovenale nelle satire, Lucano nel
Lib. 1, Strabone nel VII, Erodiano nel IV, Claudiano, Cor¬
rado Celto, ed altri si accordano nello stesso sentimento.
Ippocrate nel libro dell'aria, dei luoghi e delle acque, cer¬
cando di spiegare le cose medicamente e politicamente, con¬
chiude che per una gran parte le forme ed i costumi degli
uomini si veggono secondare la natura del paese. Bodino
tratta diffusamente questo argomento, e stabilisce che le po¬
litiche istituzioni devono conformarsi alla fisica costituzione,
altrimente non possono dirsi durevoli. Tuttavolta noi sap-
piamo che nella nostra Italia lungamente durarono e liberis¬
sime repubbliche, e floridissime aristocrazie e durissime ti¬
rannidi. Che se, non alla durazione degli statuti, ma alla
felicitä dei popoli si voglia por mente, allora si dovremo sta¬
bilire con Montesquieu, che delle leggi primo fondamento es¬
ser debba la natura del clima e la fisica costituzione del
paèse che da quelle dev' essere governato. Essendo ragio¬
nevole, che maggiori concessioni di libertà si vogliono colà,