PREFAZIONE
o Cesare, non mi curai di accumular denaro col¬
l'arte, ma ho stabilito doversi piuttosto la pover-
tà col buon nome, di quello che l'abbondanza
seguitar coll'infamia. Perciò io ho acquistato po¬
ça celebrità : tuttavia spero che dalla pubblicazio
ne di questi volumi sarò noto anco ai posteri.
6. Nè dee recar meraviglia, che io sia a mol¬
ti ora ignoto. Gli altri architetti pregano e bro¬
gliano per fabbricare: a me fu da precettori in¬
segnato, bisognare esser pregato, non pregare per
intraprendere un' opera; perchè i buoni arrossi¬
scono per vergogna nel chiedere cosa clie sia so¬
spettosa : che presso chi dà il benefizio, non pres¬
so il ricevente, si briga (1). E che altro si pen¬
serà che sospetti chiunque è sollecitato ad ordi¬
nar di spendere il suo patrimonio a quel tale che
ali domanda la grazia, se non che costui intenda
a far questo per civanzarsi e rubare ? Perciò i
(1) Vitruvio benchè abbia vissuto nei tempi, in cui il vi¬
zio già dominava anche nella sua patria, aveva certamente
un animo degno di Roma virtuosa. Che se talvolta giunge
fino all'adulazione verso di Augusto, bisogna ricordarsi ch e¬
gli era un vecchio ingegnere militare, il quale era legato à
quell' imperatore dagli ottenuti benefizj. La corrente trasci¬
na ad uno stesso modo quanto le si para dinanzi; nulladi¬
meno quell' oro che deposita dopo lungo corso nella bellet¬
ta, se può discoprire una piccola parte della sua superficie,
si manifesta pel più nobile di tutti i metalli. E quanti an¬
che al di d' oggi non sono costretti a lodare gli stessi loro
oppressori, perchè lor non si neghi quel tozzo di pane, che
solo possono distribuire ai teneri figli? E vero che la ve¬
ra virtû è sempre bella; ma è altresi vero che non va qua¬
si mai scompagnata dalla umana fragilità, e perchè ciò av¬
venga dey' essere concitata da imperiose circostanze.