LIBRO V.
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diapente al cromatico-sinemmeno; nei quarti il
diatessaron al cromatico-meso ; nei quinti il dia¬
tessaron al cromatico-ipato; ne' sesti al parameso,
il quale lia comune la consonanza col cromatico¬
iperboleo al diapente, e al cromatico-meso al dia¬
tessaron. Nel mezzo nulla si collochi, perchè al¬
cun altra qualità di suoni nel genere cromatico
non può avere consonanza di sinfonia.
40. Nella divisione superiore poi del sito del¬
le celle si pongano nei primi corni i vasi fabbri¬
cati sull intonazione del diatono-iperboleo, nei se¬
condi quelli che suonano il diatessaron al diato¬
no-diezeugmeno; ne terzi il diapente al diatono¬
sinemmeno; ne quarti il diatessaron al diatono¬
meso; ne quinti il diatessaron al diatono-ipato;
ne sesti il diatessaron al proslambanomeno; in
mezzo il meso, perchè ha le sinfonie comuni del
diapason, col proslambanomeno, e del diapente col
diatono-iperboleo.
41. Che se alcuno volesse ridurre queste co¬
se facilmente alla lor perfezione, consideri nel fi¬
ne del libro il diagramma disegnato colla propor¬
zion musicale, che Aristosseno con grande valore
ed industria ci lasciò formato colle divisioni ge¬
nerali delle modulazioni. Ond' è che chiunque
con tali regole attenderà alla natura della voce (I)
(1) Da qui si conosce quanto il nostro autore ripatasse
nécessaria la conoscenza delle leggi musicali per potervi a¬
dattare la costruzione dei teatri. E questo serve bastante¬
mente ad assolverlo dalla taccia che gli fu apposta di voler
lar pompa di erudizione sopra soggetti affatto estranei all'ar¬