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CAPO VI.
galo, e sopra la cimasa, che sarà nell' architrave,
si collochi il sopraffronte della stessa grossezza
„ sesta parte dello stipite con uno sporto eguale alla sua
„ grossezza; dovrà però scolpirsi alla maniera lesbia egual¬
mente che il suo astragalo: sopra la cimasa dell'architrave
„ si porrà il sopraffronte grosso quanto l'architrave, in cui la
» cimasa sarà di maniera dorica, e l'astragalo di maniera
„ lesbia, ma a basso rilievo. La corona poi con la sua cima¬
» sa sarà piana, ed ayrà uno sporto eguale all'altezza del¬
l'architrave situato sopra gli stipiti . In questo modo
d'intendere Vitruvio, si vede in primo luogo che noi préfe¬
riamo la lezione sima scalptura, cioè a basso rilievo, all'altra
summa scalptura, cioè l'ultima scultura, siccome più ragio¬
nevole. Ritenendo poi che le voci latine non possano avere
altro suono di quello da noi qui reso, si conosce che le de¬
nominazioni di dorica e di lesbia date alle cimase ed agli
astragali debbono provenire indubitatamente dalla forma che
si dava a quei membri, o da quella delle sculture che sovra
dei medesimi si eseguivano; tanto è vero che la cimasa e
l'astragalo dell' architrave dovevano essère ammendue di ma¬
niera lesbia, ed invece nel sopraffronte la cimasa doveva farsi
dorica e l'astragalo lesbio. Ma gl'interpreti si caccordano, e
ne hanno in prova i monumenti, che gli astragali erano tut¬
ti di forma circolare; dunque la varietà del loro nome non
poteva provenire dalla varietà della forma; dunque doveva
provenire dalla diversità delle sculture, e questa potrebbe
consistere nel maggiore o minore rilievo. Ma si osservi che
la cimasa dell' architrave viene prescritta semplicemente di
maniera lesbia in un col suo astragalo, e nel sopraffronte
questo astragalo doveva essere di maniera lesbia, ma a bas¬
so rilievo: questa particolarità fa quindi conoscere che la de¬
nominazione dorica o lesbia non bastava a far sapère che
il rilievo doveva essere maggiore o minore. Da tutto cio noi
siamo indotti a credere che questi due nomi si riserissero al¬
la diversità degli ornati che venivano scolpiti in quei mem¬
bri, con che noi verremmo ad approvare l'opinione del Ce¬
sariano, potendosi credere benissime che i Dori vi scolpisse¬
ro foglie, ed i Lesbii piccoli globetti. La nostra interpréta¬
zione viene poi confermata dalla distinzione che fa lo stesse
Vitruvio dei membri ornati a quelli che dovevano rimanère
lisci, siccom' era la corona colla sua cimasa. La cimasa le¬
sbia col suo astragalo è rappresentata da rr (fig. 1. Tav. V.
il sopraffronte da rr'r'r la cimasa dorica da EE, l'astragalo le¬
sbio da vo, l' altezza della corona da DD', la sua cimasa da
D'D", la quale è quella del Poleni, cioè tale che corri¬