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LIBRO IV.
tavia si l'allungare le metope, che il restringere
l'intercolunnio è difetto: perciò gli antichi ebbe¬
ro cura di schivare la disposizione della simme¬
tria dorica ne' sacri edifizj.
23. Noi però la esponiamo come l'ordine lo
domanda, e come la abbiamo appresa dai precet¬
tori, afsinchè se alcuno, intento a queste ragioni,
voglia intraprenderne l'opera, trovi dichiarite quel¬
le proporzioni, per le quali possa accuratamente
e senza difetti ridurre a perfezione i sacri edisizi
giusta il costume dorico.
24. La fronte dell' edifizio dorico, nel luogo
dove si piantano le colonne, si divida in venti¬
sette parti, se sarà tetrastilo (1), se esastilo, in qua¬
liani che gli antichi abbiano incontrate tante difficoltà nella
distribuzione dei triglifi, quando ponendo l'angolare in cor¬
rispondenza con l'asse della colonna, com' erano gl'interme¬
dj, venivano tutte superate; e lo Stratico dice, che fecero
cosi per conservare la bellezza e l'idea di solidità, non re¬
stando altrimenti apparenza di sostegno a quella parte di
fregio che restava oltre al triglifo angolare. Ma noi ritenia¬
mo che questa sia una nuova prova che i triglifi non rap¬
presentassero le teste dei travi, come si vedrà nella suddetta
Giunta III. Che poi i Greci abbiano prescelto il difetto della
maggior ristrettezza degl'intercolunnj angolari invece di quello
delle metope verso gli angoli non quadrate, non è cosa da
sorprendersi; primamente perchè ciò nulla toglie all' euritmia,
riscontrandosi anche nel tempio di Cibele a Sardi, benché
d'ordine Jonico; ove anzi si osserva che gl'intercolunni si
vanno restringendo dal medio agli angolari, conservandosi
eguali solo gli equidistanti da quella; in secondo luogo i
Greci non hanno mai portate le loro opere allo scrupolo
matematico; essi badavano all' effetto, e per l'effetto era mol¬
to più facile il conoscère la disuguaglianza nelle metope, di
quello che negl' intercolunnj.
(1) Il Filandro fu il primo a cangiar i numeri 28 e 44
negli altri 27 e 42, fondandosi sul seguente calcolo. 1 triglisi