Full text: Lib. IV (4)

CAPO III. 
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sopra i tetranti di mezzo. Cosi le metope, che si 
fanno presso i triglifi angolari, non riescono qua¬ 
drate, ma più bislunghe d'una mezza largliezza di 
triglifo (1). Ma coloro, che vogliono pur fare u¬ 
guali le metope, ristringono gli ultimi intercolun¬ 
ni (2) per una mezza larghezza di triglifo. Tut¬ 
cadono sul mezzo della colonna, siccome si ordinerebbero i 
travi; ma noi diremo che quest' inconcepibile ragione sta nel 
supporre ciò che i Greci non avevano supposto, cioé che i 
triglifi rappresentassero le teste dei travi. Veggasi la Giunta III. 
(r) Il Poleni si serve di una figura tratta dal Perrault, e 
di una lunga nota per ispiegar questo passo; ma concepen¬ 
do, come poco fa dicevamo, diviso il diametro (o meglio una 
linea parallela ed eguale al diametro dell'imo scapo, che pas¬ 
si per l’estremità superiore dell'asse) in quattro parti, é 
chiaro, che se il triglifo angolare invece di corrispondere al¬ 
l'asse colla linea che lo divide per metà, vi corrisponde col 
suo lato interno, insistendo sulle due quarte parti esterne di 
quella linea, anzichè sulle due intermedie, la melopa deve al¬ 
largarsi per una di quelle quattro parti, cioè per una meta 
della larghezza del triglifo. Il Perrault ed il Galiani voglio¬ 
no che quest' aumento sia un po' minore del mezzo modulo, 
perciocché fanno il triglifo largo quant' è il diametro del som¬ 
mo scapo. In quest'opinione convennero anche l'Ortiz e l'Or¬ 
sini; ma bisogna osservare col Newton, che i Greci fecero 
sempre sporgere questo triglifo dalla superficie del fregio, in 
modo che il suo lato esterno fosse perpendicolare alla circon¬ 
ferenza dell'imo scapo. Quindi il lato interno stava nella di¬ 
rezione dell'asse; quindi la metopa contigua al triglifo ango¬ 
lare veniva ad allargarsi precisamente di un mezzo modulo. 
(2) Di tale importanza credettero gli antichi il fare qua¬ 
drate tutte le metope, che pensarono di ridurre gl'interco¬ 
lunni angolari più stretti degl' intermedj. Ciò si osserva, di¬ 
ce lo Stratico, nel tempio maggiore di Pesto, ove gli ango¬ 
lari stanno agl' intermedj, come i numeri 131 : 138, benché 
questa ineguaglianza non basti a correggere l'errore di mez¬ 
zo modulo, e benchè anche gl' intercolunuj dei fianchi di 
quel tempio non conservino una precisa egualità, ciò che sa¬ 
rebbe necessario per decidere queste sottili quistioni. Noi 
crediamo però non essere di mestieri osservare monumenti, 
che non offrono un assoluta esattezza, quando tutti quelli 
della Grecia ci affermano questa verità. Si meraviglia il Ga¬
	        
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