Full text: Lib. IV (4)

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LIBRO IV. 
zione nel riparto der triglifi e de' lacunarj (1). 
Perch' è necessario che i triglifi sieno disposti 
sopra i tetranti di mezzo delle colonne (2), e che 
le metope fra i triglifi sieno egualmente alte che 
lunghe ; all' incontro che nelle colonne angola¬ 
ri (3) i triglifi sieno posti sull' estremità, e non 
(1) Alcuni vogliono col Galiani, che Vitruvio con la vo¬ 
ce lacunariorum intenda lo stesso che metope. Altri col Filan¬ 
dro, che tratti dei soffitti interni, la cui distribuzione deve 
seguire la stessa difficoltà che quella dei triglifi. Il Poleni 
invece dice, che Vitruvio tratta qui soltanto dei triglifi mar¬ 
morei, la posizione dei quali non può alterare la disposizio¬ 
ne interna delle travi, e che percio si debba intendere della 
superficie inferiore del gocciolatojo. L' Orsini però, con più 
di ragione a nostro credere, ritiene che il nostro autore col¬ 
la voce triglyphorum voglia accennare la distribuzione este¬ 
riore del cornicione dorico, e coll' altra lacunariorum abbia 
voluto indicare non tanto i soffitti del gocciolatore e dei mo¬ 
diglioni, ove vi sieno, quanto i travi di pietra corrisponden¬ 
ti ai triglifi, co'quali distribuivasi l'interiore soffitto del por¬ 
ticato, siccom' è in Atene nel tempio di Teseo. — La voce 
latina lacunar proviene da lacu, ed indica lo spazio che ri¬ 
mane fra mezzo ai travi d' un palco. 
(2) Se male da noi non si giudica, qui si deve intendere 
sopra i due quarti di mezzo del diametro della colonna. Dif¬ 
fatti essendo la lunghezza d' un triglifo la metà del diame¬ 
tro, diviso questo in quattro parti, e facendo che la metà 
del triglilo corrisponda al centro della colonna, ne viene 
ch' esso occuperà due quarte parti, una di qua ed una di là 
del centro. Cosi la intese anche il Galiani. 
(3) Qui l'Ortiz dice, che il canale di mezzo del triglifo 
angolare, che sta nella fronte dell'edifizio, debba essere comune 
al triglifo angolare del fianco; allora però, come osserva giu¬ 
stamente lo Stratico, la metopa contigua a questo triglifo ecce¬ 
derebbe le altre in larghezza non di mezzo modulo soltanto, 
come dice Vitruvio, ma bensi di tre quarti; quindi questi due 
triglifi devono avere comune la loro estremità. L'Orsini poi 
dice, che non si può ben comprendere come possa confor¬ 
marsi con la verità la maniera usata dai Greci di porre il 
triglifo sull' angolo, e come potessero immaginare attraversar¬ 
si due travi da un angolo all' altro e congiungersi insieme; 
del che si trova ragione nei triglifi ordinati da Vitruvio, che
	        
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