Full text: Lib. IV (4)

GIUNTA V. 
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il Milizia chiama robustezza dorica, mediocrità jonica, de¬ 
licatezza corintia, vollero aumentarne il numero fino a cin¬ 
que coll’ aggiunta del toscano, e del composito od italiano o 
romano che si voglia chiamare. Noi già dicemmo nella Giun¬ 
ta IV. a questo libro, che il toscano non può chiamarsi una 
maniera particolare, e lo stesso diciamo ora del composito, il 
quale risulta dalla soprapposizione della parte superiore del 
capitello jonico alla inferiore del capitello corintio, e riunen¬ 
do per tal modo i difetti d’ambedue da noi indicati nella 
Giunta II., senza nulla guadagnare dalla parte del bello, 
nemmeno considerato separatamente. E vero che, i migliori 
moderni vollero cosi istituire cinque gradazioni di architet 
tura, poichè, dice lo Scamozzi, incominciando dalla sodezza 
del toscano si passa alla fortezza del dorico, alla gravità del 
jonico, alla venustà del romano e alla gracilità del corintio, 
formando un grandissimo concerto quand'anche sieno fra lo¬ 
ro paragonati con soprapporre gli uni agli altri nell' ordine 
indicato. E perciò si assegnò all' altezza delle colonne una 
corrispondente gradazione, facendosi dal succitato Scamozzi 
di moduli sei e mezzo od anche sette la toscana, di otto e 
mezzo la dorica, di otto e tre quarti la jonica, la romana di 
nove e tre quarti, e di dieci la corintia. Ma in tal modo si 
potrebbe progredire per una scala indefinita tanto per carat¬ 
tere, che per proporzioni; poichè sono insiniti i gradi di ro¬ 
bustezza, di gravità, di venustà, di delicatezza. Saggia cosa 
perciò sarà di attenersi alle divisioni più marcate, le quali 
non possono essere più che tre, se non si voglia che facil¬ 
mente si confondano fra loro, o che divengano affatto stra¬ 
vaganti. 
Taluno ci potrebbe qui tacciare di contraddizione ai no¬ 
stri principj spiegati in altre parti di questi commenti, per¬ 
ciocchè si verrebbe cosi a costringere l'ingegno dell' archi¬ 
tetto entro limiti troppo angusti. Ma noi non dicemmo 
mai che si possa uscire dai confini della verità e della ragio¬ 
ne, ma solo spaziare entro di questi, i quali non sono cer¬ 
tamente cosi ristretti, quanto potrebbero apparire. Le indefi¬ 
nite proporzioni che si possono dare al tutto ed alle singole 
parti di una fabbrica, la varietà degli ornati, purchè non si 
abbandori la convenienza, la modificazione di alcuni mem¬
	        
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