Full text: Lib. IV (4)

GIUNTA IV. 
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zioni è la più forte, perciocché vi sorge la emulazione; e 
meravigliati gli uomini dalle produzioni straniere cercano di 
porre quasi a tortura il loro ingegno, per imitarle se le cre¬ 
dono degne d'imitazione, come fecero i Romani relativamen¬ 
te ai Greci, ovvero attinta la idea della grandezza percor¬ 
rère una carriera più luminosa come apparisce aver fal¬ 
to i Greci, dopo che i loro filosofi avevano viaggiato in 
Egitto. Ma se questa corrispondenza fra popoli non ha luo¬ 
go, quello che rimane isolato si appaga di quanto serve ai 
proprj bisogni ed ai propri comodi, e volge le sue cure ad 
oggetti diversi. Ed appunto l'essere rimasta l'architettura 
presso gli Etruschi in uno stato molto inferiore a quello, cui 
pervenne presso i Greci in quanto alla magnificenza, à a 
nostro credere una prova, che fra questi due popoli non esi¬ 
steva alcun commercio, non potendosi supporre che al pri¬ 
mi mancasse il buon gusto almeno per imitare, quando si 
resero celebri nei lavori con cui adornavano i loro vasi a 
segno da non invidiare la precisione e la delicatezza ai se¬ 
condi. Ed un'altra prova, che può convalidare la nostra opi¬ 
nione, sta nella diversa disposizione interna che passava fra 
gli edifizj greci ed i toscani; poiché un popolo che abbia 
origine da un altro, le prime cose, che trasporta seco e che 
plu difficilmente abbandona anche col volgere dei secoli, so¬ 
no le costumanze religiose, 
Noi riteniamo adunque che i Toscani, qualunque sia la 
loro provenienza, trovarono la prima maniera di fabbricare, 
che questa rimase a quel punto che bastava pei loro biso¬ 
gni, che rassomigliava alla dorica più semplice perchè deri¬ 
vanti amendue da una stessa origine, cioè dai primi bi¬ 
sogni. 
Mancando ogni monumento da potersi recare ad esempio 
di quanto ci lasciò scritto Vitruvio, nulla ci resta a dire di 
questa maniera, essendo stati sviluppati i precetti del nostro 
autore nei relativi commenti. 
Ne crediamo che la quistione agitata in questa Giunta si 
possa dire puramente speculativa, e senza alcuna utilità, per 
la ragione che l'artista esamina i monumenti per iscopriré 
bello che racchiudono, poco o nulla curandosi della loro
	        
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