LIBRO I.
fuoco, questo col suo calore opprime e distrugge tutti gli altri. E questi
sono quei danni i quali si cagionano dal Cielo riscaldato da certe parti,
quando s'insinua nelle vene per i pori aperti più calore di quello che com¬
porti per le mistioni il naturale temperamento di un corpo. Parimente
se il vasi sanguigni per l' acqua insinuatavi siansi renduti disuguali,
gli altri elementi, come corrotti dall' umido, s'innacquano, e le forze
della mistione si disciolgono: quindi anche s' infondono i vizj nei corpl
nel raffreddarsi per gli umidi trasportati dai venti e dalle aure. Non meno
ancora col crescere e collo scemare che fa in un corpo il naturale tem¬
peramento d’aria o di terra, patiscono gli altri elementi: le parti terree
crescono per la ripienezza dei cibi; le aeree per la corruzione dell'aria.
Ma se qualcuno voglia più accuratamente, e, come suol dirsi, toccar cio
çon mano, consideri ed avverta alla natura degli uccelli, dei pesci e degli
animali terrestri, e cosi ben comprenderà la differenza dei temperamenti.
Imperciocché di tutt'altra composizione è la natura degli uccelli da quella
dei pesci, ed altra di gran lunga da questi è quella dei terrestri. Gli uccelli
hanno poco di terra, e d'acqua meno, di fuoco mediocremente, e molto
d'aria; perciò, come composti di elementi leggieri, più facilmente si solle¬
vano in aria. Ma la natura acquatile dei pesci (perchè hanno mediocre
fuoco, e sono formati di molt'aria e terra, e pochissim'acqua) fa che tanto
piu facilmente si conservino nell'umido, quanto meno hanno nel corpo
dell' elemento dell' acqua; sicchè trasportati in terra perdono a un tempo
ed acqua e vita. I terrestri parimente, perchè fra gli elementi partecipano
temperatamente d’aria e di fuoco, poco hanno di terra, molto però d'acqua;
e perché abbondano in essi molte parti umide, non possono vivere molto
dentro l'acqua. Che se dunque sta cosi come abbiamo detto, e coi no¬
stri sensi ci assicuriamo i corpi degli animali () esser composti degl'in¬
dicati elementi, ed abbiam dimostrato come quelli patiscono e muojono,
o per il soverchio o per la scarsezza di questi ; non v' ha dubbio che
non sia d’ uopo usar tutta la diligenza nello scegliere gli aspetti tempe¬
ratissimi del Cielo, giacché nel piantar le mura deesi primieramente aver
riguardo alla salubrità dell'aria. Pertanto io reputo doversi scrupolosamente
aver sempre di mira gli usi antichi: imperocchè i nostri maggiori, dovendo
sacrificar animali che pascevano in que' luoghi ne' quali volevansi erigère
o città o accampamenti (), ne osservavano i loro fegati ; i quali se a
prima giunta apparivano o lividi o viziati, uccidevano tosto altri animali,
dubitando quelli esser infetti o di malattia o per causa de pascoli ; e
quando ne avevan molti sperimentati, ed accertatisi della sana e soda
natura de' fegati, a cagione dell' acqua e del pascolo, ivi fermavano gli
0 Alloggiamenti, ove
itruvio seguiva il sistema di Pi
tieri, o Accampam
gora, sic¬
te libr
ippa solea dimorai
r qualche tempo. Vedi
lesto capo e il se
come
oè lib. V. c. 10 e 11. L. B. Alber.
Vitruvio castra stativa, ci