LIBRO IX.
Ultimata che sia la formazione e la dimostrazione dell' Analemma, di
questo si farà uso per segnar le linee che distinguono le ore dell' in¬
verno e dell'estate, ed anche in ciaschedun mese, secondo i luoghi proposti;
e, siano pure quante si vogliano le varietà e le specie degli orologi, si for¬
meranno sempre con questo artificioso metodo: poichè in tutte le figure
di essi, ed in tutte le maniere di formarli, si avrà sempre lo stesso effetto,
purché siano sempre divisi in dodici parti eguali tanto i giorni degli equi¬
nozi, che quei di bruma, e medesimamente quei de’ solstizj. Tutte que¬
ste cose non le tralascio per inerzia, ma per non dispiacere col soverchio
scrivere. Dirò ora soltanto da chi siano state ritrovate le diverse spécie e
forme d’ Orologi, non potendo io nè inventarne de' nuovi, né dovendo
pubblicare per mie le cose altrui. Dirò adunque di quelle che sono state
a noi insegnate, e da chi siano state ritrovate.
CAPO IX.
Di alcune specie d' Orologi, e de' loro Inventori.
II Semi-cerchio scavato in un quadro, ed inclinato alla base per adattarlo
al clima, vuolsi invenzione di Beroso Caldeo (0. La Scafa, ossia l'Emi¬
sfero, di Aristarco Samio; ed egli medesimo fece pure il Disco nel plano.
L’Aracne, di Eudosso astrologo, o (come altri dicono) di Apollonio. Il
Plintio (2), ossia il Lacunare (com’ è quello che è stato collocato nel Circo
Flaminio), di Scopa Siracusano. Parmenione, dicesi trovasse il cosi detto
Hooc ra loropouea, Pros ta istorumena. Teodosio ed Andrea, il ia,
Pros pan lia. Patrocle, leli, il Pelecino. Dionisiodoro, o, il Cono.
Apollonio, capérpa, la Faretra; oltre molte altre specie ritrovate da sunno¬
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