LIBRO VII.
cui si tinge la porpora; questa reca meraviglia non meno che tutte l'altre
cose della natura, perché non in tutti i luoghi ove nasce ha il colore
di una medesima qualità ; ma naturalmente viene modificato secondo
il corso del Sole. Cosi quello che si raccoglie nel Ponto e nella Gallia,
poiché codesti paesi sono vicini al Settentrione, è d’un colore cupo; ed
avanzandosi fra ’1 Settentrione e l’Occidente, trovasi d’ un color fosco.
Quello poi che si raccoglie sotto l'Equatore, tanto all'Oriente che all'
Occidente, s’incontra di color violaceo. Quello in fine che si prende ne
paesi Meridionali generasi di qualità rossa; e di codesto medesimo rosso
se ne trova pur nell’isola di Rodi, od in altri luoghi consimili che sono
più prossimi all' Equatore.
Radunate che siano codeste conchiglie, si aprono co' ferri intorno in¬
torno, e da codesti tagli esce un liquore purpureo, che cola a guisa di
lagrima, il quale sciolto e macinato ne’ mortaj, si serba, e si chiama
Ostro, perché si cava dalle ostriche marine. Questo colore poi, per ef¬
fetto della sua salsedine, presto diventa arsiccio, se non venga stemperato
col miele.
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CAPO XIV.
Di varj altri colori da tinta.
Oi fanno anche de' colori purpurei tingendo la creta (*) col sugo della
radice di Robbia (2), e coll' Isgino 6). Cosi pure da' fiori si cavano altri
colori. Parimente quando i tintori vogliono imitare il giallo del Sile attico,
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