LIBRO V.
spettacoli non rimanga per la folla compresso, ma trovi per ogni dove
le uscite divise e senza impedimento. Si dee anche aver diligente riguardo
al luogo, acciocchè la voce non vi si perda, ma che anzi vi risuoni al¬
l'intorno: lo che potrà avvenire se si avrà scelto un luogo ove non
resti impedito il rimbombo. La voce è un fiato scorrevole, che si rende
sensibile all'udito coll' urto dell'aria, la quale riceve il suo moto circo¬
lando con infiniti giri: appunto come quando gettato un sasso nell'acqua
tranquilla, si veggono ivi nascere innumerabili circoli delle onde, che
slargandosi, quanto più dal centro si dilungano, tanto oltre si diffondono.
purché non vengano rattenute da qualche intoppo, o dalla strettezza del
luogo, che lor non lasci terminare l'ondeggiamento ; e perciò le prime
rimanendo rattenute dagl'intoppi, ripercuotendosi interrompono gli ordini
circolari delle altre che seguono. Non altrimenti la voce muovesi anch'
essa circolarmente, con questa differenza che nell' acqua i circoli muo¬
vonsi orizzontalmente in un piano, ma la voce si propaga tanto in lun¬
ghezza che in altezza gradatamente. Laonde, siccome accade nelle grada¬
zioni delle ônde, cosl ancora nella voce, se non vi abbia alcun intoppo
che ne trattenga la prima, questa non disturba la seconda, né le altre
successive ; ma tutte senza rimbombo () giungono egualmente all' orec¬
chio de' vicini e de' lontani
Perciò gli Architetti antichi, seguendo le orme della natura, e consi¬
derando con accurate indagini la proprietà della voce, regolarono con per¬
fezione le gradinate dei teatri, e ricercarono colle proporzioni musicali e
colle regole matematiche il modo di far giugnere più chiara e più soave
qualunque voce all' orecchio degli astanti. Perlochè, siccome gl'istru¬
menti da fiato, siano essi costrutti di lamine di metallo, ovvero di corno, si
perfezionano al paro di quelli da corda nella trasmissione () de’ suoni, cosi
coll' Armonica sono stati ritrovati dagli Antichi i mezzi sicuri per accre¬
scère la voce ne' teatri.
o il Poleni
Galiani nella lezio
etto prim
che riguarda la diesi, cioè,
intia, an
nica della voce all'orecchio de¬
arbaro, sen
si espri
Galiani e l'Orsini traducono nettezza
confusione), che
ma questa frase non ragiugne la men
ppria risona
o
quella cioè di ridurre chiare ed a
La voce
Diesi, usata qui da Vitruvio, de
moniche le
voci che si di
d ogni mo
freco diemi che significa trasmettere. Per
a detta anche del
ello Stratic
il perfezionamento degl' istru
uesto uno de' più difficili passi di Vitruvio.
menti da fia
uelli da corda, per conseguire