Full text: Tomo II (2)

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all' occhio, e côme si conducano a codesto centro 
le linee degli scorcj, per le quali si hanno le im- 
magini corrispondenti al vero naturale ; cosicche 
da una cosa non vera si cavino le im magini so¬ 
miglianti al vero ; siccome sono le forme degli 
edifzj, che nelle scene si dipingono; i quali co¬ 
me che sieno rappresentati sopra delle facciate 
dritte e piane, pure ci sembrino, che alcune par 
ti scorciando si allontanino, e che altre si presen¬ 
tino innanzi. Diede fuori poi un volume Sileno, 
Antorno alle simmetrie doriche. Teodoro del tem¬ 
pio dorico di Giunone, che è in Samo. Tesifon¬ 
te, (1) e Metagene, del tempio gionico di Diana 
che è in Efeso; (2) e dell' altro tempio gionico, 
regola si servissero egli non è ben palese. Dalle teorie d' 
Euclide, e del Larisseo, interptetati dal Comandino, si da 
l'idea della linea del taglio; ma parmi, che dalle parole 
di Vittuvio si abbia ratr'altro; cioè, che in codesta prati- 
ca usando de punti di veduta, e di distanza, fosmassero l 
immagine prospettiva dalla forma propria dell'oggetto, a= 
incert a re, eertae imagines aedisiciorum. Di questa regola ne 
ho patlato hella mia operetta della prospettiva delle scene 
(Perugia 1785.) 
(1) Quest' Architetto si trova nominato con varj no- 
mi. Questo è avvenuto, come ho detto altrove, (nota del 
Capo I. del Lib. I. pag. 8.) che gli antichi ebbero più d' 
nn nome, onde non techi meraviglia, se egli venga chia- 
mato ora Chersiphon, ed ota Creriphon, e Crisippon dagli 
autori 
(2) Queste tempio fu dittero ottastilo (Jl. 1. 3.)
	        
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