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minciare a ben vivere, Socrate, Aristotile, Zeno¬
ne, Epicuro, ed altri filosofanti; e nemmeno ci
sarebbono note le imprese d'un Creso, d'un' Ales¬
sandro, d'un Dario, e d'altri regi; e come, e
quando le avessero operate, se da'maggiori non
fossimo stati forniti di tutti 1 precetti, e non gli
avessero con gli scritti divulgatene le memorie al¬
la posterità. Comeche si abbia ad essi molta ob¬
bligazione, all' incontro però si hanno a biasimare
coloro, i quali facendo un plagio degli scritti d'
altrui, gli spacciano per proprj; e non solamente
cotestoro, a'quali non basta di farsi padroni de
concetti degli autori, manche gloriar si vogliono
di avergli contaminati con invidiosa maniera, per¬
che hanno menata la loro vita con empj costumi,
sono peró da punirsi
Rammentasi peró, dagli antichi essersi que¬
sti tali con maggiore severità castigati, e non sa¬
rà fuor di proposito il rapportare qui alcun fatto
sull' esito di codeste giustizie, siccome a noi ci è
stato rappresentato. Avendo i Re Attalici, tirati
dal piacere che ebbero per l'amore alle lettere,
eretta una suntuosa hiblioteca in Pergamo a com-
mune piacimento; venne anche nel medesimo tem¬
po la volonta a Tolommeo (1) di raccorvene un' al¬
(1) Codesta hiblioteca, come ticavasi da A. Gellio (1.
6. c. ult.) conteneva da settecentomila volumi, e quella
del Re Attalo ne conteneva solamente ducentomila al rife-
rire di Plutarco (Vita di M. Ant.)