Full text: Tomo II (2)

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Perciocche avvi non piccola differenza tra il rimi¬ 
rare un' oggetto sotto l'occhio, e il doverio vede¬ 
re posto in alto ; non appare il medesimo veduto 
in luogo chiuso; e tutt' altro comparisce in luogo 
aperto. Ed in questo l' Architetto gran dono vi 
abbia alla perfine per conoscere che si abbia à 
fare ; imperciocche non sembra che ogni apparen- 
za d'un oggetto possa essere vera, ma per il piu 
delle volte ne resta l'intelletto ingannato ; in quel¬ 
la guisa appunto che nelle scene dipinte ci par 
di vedere la tondezza delle colonne, i modiglioni 
che dimostransi avere aggetto, e le finte statue 
aver risalto, eppure siam certi che quella tavola 
è liscia, e piana. I remi similmente delle navi, 
ancorche diritti entrino sott' acqua, appajono tal¬ 
volta all' occhio ripiegati, e mirandosi fuori alla 
superficie dell'acqua, si mostrano quali sono, cioe 
diritti. La ragione per cui eglino debbano messi 
sott' acqua apparire ripiegati si è, perche i raggi 
della visione, che partono dall' occhio, e dall' aria 
passando all'acqua, cioe ad un' altro mezzo, che 
per natura è più denso di essa, ripiegansi; onde ri- 
mandansi le immagini de remi alla superficie dell 
acqua, che vanno secondo il piegare d'essi raggi 
O che il veder nostro secondo i varj sistemi de 
fisici si faccia per i simulacri che da'corpi si tra¬ 
mandano, oppure per via de' raggi visuali che 
dall'occhio si spandono, o che in una manie ra ciò 
avvenga o nell' altra, sempre sarà vero, che agli 
occhi si presentano immagini non vere, ma sol¬
	        
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