Full text: Tomo I (1)

la sasce dall' esperienza non méno che dal razio¬ 
cinio. L'esperienza è una continua, e consumata 
riflessione sull'uso, la quale si perfeziona coll'ope¬ 
rare sulla materia di qualunque genere necessaria 
giusta l'idea del disegno. Il raziocinio poi è quel¬ 
lo che può dimostiare le cose fabbricate, e ma¬ 
nifestarle con prontezza, e con la proporzione dei 
rapporti. Per lo che quegli Architetti, che senza 
lettère avevano tentato di operare sulla materia 
non hanno potuto arrecare tanto di credito alle lo¬ 
ro fatiche, che n'acquistassero fama; e quelli poi 
che nel raziocinio , e nelle sole lettere fidati 
l'ombra, non già la cosa, sembra che abbiano se¬ 
guitata. Ma quelli che fondatamente appresero l'una 
e l' altra, come uomini provveduti d'ogni sorta 
d'armi, son giunti assai più presto a conseguire 
col credito il loro intento. Conciosiache in tutte 
le cose, e soprattutto nell' Architettura, sonovi due 
parti, la cosa significata cioè, e quella che è si¬ 
gnificante. La cosa significata è quella di cui si 
parla; quella ch'e poi significante; si è la dimo¬ 
strazione sciolta colle ragioni delle dottrine. Sic¬ 
che sembra, che debba essere nell'una, e nell al¬ 
tra parte esercitato chi fa professione d'Architet¬ 
to. Laddove bisogna che egli sia uom di talento. 
e riflessivo nella dottrina; perciocchè ne talento 
senza disciplina, ne disciplina senza talento posso¬ 
no rendere perfetto un’ artefice. Sia perciò egli 
letterato, prattico nel disegno, erudito nella geo¬ 
metria, e non ignorante d' ottica, istruito nell
	        
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