tua, e le nazioni tutte soggiogate dipendevano dal
tuo cenno, ed il popolo romano, ed il senato li¬
berato dal timore, veniva governato da'tuoi altis-
simi pensamenti, e consigli; io non ardiva pub¬
blicare questi trattati dell' Architettura, da me
spiegati, sul dubio, che trovandoti grandemente oc¬
cupato, venissi fuor di tempo a frastornarti, onde
poi incorressi lo sdegno del tuo animo. Ma poi¬
che sonomi accorto, che tu non solamente prendi
cura della commune salvezza di tutti, e dello sta¬
bilimento de' pubblici negozj, ma eziandio della
commodità degli edifizj pubblici, affinchè col tuo
favore non solo la città venga fatta maggiore col¬
lo stato, ma che ancora la maestà dell'impero ot¬
tenga il bellissimo adornamento delle fabbriche pub¬
bliche ; per lo che ho pensato non essere più tem¬
po a differire il presentar a te, alla prima occa¬
sione, questi trattati. E ciò primieramente per la
ragione, che io era già cognito al tuo padre,
della cui virtù sono stato ammiratore. Ma avendo
il concilio degli Dei celesti decretata l'apoteosi di
lui, per innalzarlo alle sedi dell'immortalità, ed
essendo nel poter tuo trasferito l'impero del pa¬
dre, il mio medesimo studio, che continua ad
avere una certa venerazione alla sua memoria, da
te ora ripete la protezione. Quindi io fui manda¬
to insiem con M. Aurelio, (1) e con Publio Nu¬
(2) Si crede, che codesto M. Aurelio fosse il padre
di quel M. Aurelio Cotta, che fu Console con M. Valerio