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volute, alla fine del libro se ne darâ la figura,
ed in iscritto la regola di farle
Compiti i capitelli, e situati su gli ultimi
scapi delle colonne non a filo, ma con egual mo¬
do, affinche sotto gli architravi si rimiri un' egua¬
glianza negli spazj, e nelle forme, in quella gui¬
sa, che ne' piedestalli si era questa eguaglianza ra¬
gionata coll'aggiunta fattavi (1)
La giusta proporzione degli architravi è que¬
sta. Se le colonne saranno per la minore altezza
di piedi dodici in quindici, l'altezza deil'archi¬
trave sia per la metà della grossezza della colon-
na. Se di quindici a venti, divisa l'altezza della
colonna in tredici parti, d'una di queste sia l'al¬
tezza dell'architrave. Di venticinque a trenta, si
divida in dodici parti, ed una di queste si da all'
architrave. E cosi a proporzione dell'altezza delle
colonne colla stessa regola debbonsi ricavare le al¬
tezze degli architravi. Imperciocche quanto più
in alto la vista dee guardare, tanto più difficil¬
(1) Parla qui Vitruvio de' capitelli d'aagolo, de qua-
li se ne da qui la figura H (Tav. 6. N. 9.) in grande,
da me delineata da un antico capitello trovato nella Citri
di Ascoli (Desc. di Asc. pag. 137. Perugia 1790.) mentre
nel Diz. Vitr. alla voce Scapi summi, si è anche con figu-
ra in piccola forma chiaramente interpretato codesto oscuro
passo Vitruviano. Cessa ogni difficoltà qualora gli scapi sum-
mi sieno, some debbono essere intesi per i fusti delle ce¬
lonne estreme, ossieno quelle di angolo