Full text: Tomo I (1)

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ci, da alcuni detti dicalca, tricalea da altri. I no¬ 
stri peró, siccome fecero gli antichi, elessero da 
principio il numero diece, ed ordinarono il dena¬ 
rio di diece assi di ramè, e per questo tal mo¬ 
neta ha fino al di d'oggi ritenuto il nome di de¬ 
nario ; chiamarono poi sesterzio la quarta parte del 
denaro, perche conteneva due assi intieri, e per 
terzo la metà d'un' asse. Ed accorgendosi dipoi 
esser égualmente perfetti il sei, e'l diece, gli uni¬ 
rono insième, e ne formarono uno perfettissimo, 
che è il sedici. Eglino riconobbero, che a questa 
cosa diede origine il piede ; perciocche, se dal 
cubito si tolgono due palmi ne rimangono quattro, 
i quali compongono appunto il piede. E siccome 
il palmo è di quattro dita, (1) cosi il piede ne 
ha sedici ; ed altrettanti assi contiene il denario 
di rame. (2) Se dunque accordasi, che dalle dita 
dell' uomo sia serto il detto numero, e che ognu¬ 
no de suoi membri preso da per se ha rapporto a 
tutta la figura intiera, ed a parte a parte, ne se¬ 
guita, che anche ammiriamo coloro i quali ci han¬ 
no dati i disegni de' templi degli Dei immortali, 
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(1) S'intende del palmo minore, perche il palmo mag¬ 
giore aveva 12. dita. Il Filandro vi fa qui un' erudita nota, 
(2) Stante la guerra Punica fu cambiato il denaro in 
sedici assi, obbligata la Repubblica ad alzare la montta, 
sbassando il pese all'asse
	        
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