Full text: Vitruvius: I Dieci Libri Dell' Architettvra Di M. Vitrvvio

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LIBRO 
sono i Simulacri de i Dei, le ordinate dichiarationi delle fauole, le guerre Troiane, gli 
errori d'Vlisse per li luoghi, & altre cose, che sono con simiglianti ragioni a quelli fatte 
dalla natura. Ma quegli essempi, che erano tolti da gli antichi da cose uere, hora sono 
con maluaggie usanze corrotti, & guasti. Perche nelle coperte de i muri si dipingono 
piu presto i mostri, che le certe imagini prese da determinate cose. Perche in uece di co¬ 
lonne ui si pongono canne, & in luogo de fastigi fanno gli arpagineti canalati con le fo¬ 
glie crespe: Similimente i candellieri de i Tempietti, che sostengono le figure, & sopra 
le cimè di quelli fan nascere dalle radici i ritorti teneri conle uolute, che hanno senza ra¬ 
gioni le figurine, che sopra ui siedono. Similmente i fioretti da i loro steli, che hanno me¬ 
ze figure, che escono da quelli, altre simiglianti ai capi humani, altre ai capi delle be¬ 
stie. Ma tali cose, nè sono, nè posson esser, nè saranno giamai. Cosi adunque i cattiui 
costumi hanno constretto, che per inertia i mali giudici chiudino gli occhi alle uirtù del¬ 
l'arti: perche come puo esser che una canna sostenti un coperto, ouero un candellieri, un 
Tempietto, & gli ornamenti d'un frontispicio, ouero un fascetto di herba cosi sottile, & 
molle sostegna una figuretta, che ui stia sopra sedendo? ouero che dalle radici, & fusti 
piccioli, da una parte siano generati i fiori, & meze figure? Ma benche gli huomini ue¬ 
dino tai cose esser false, pure si dilettano, nè fanno conto se elle possono esser, ò no: ma 
le menti offuscate da i giudicij infermi non possono approuare, quello, che & con digni¬ 
tâ, & con riputatione del Decoro puo esser prouato: perche quelle pitture non deono 
esser approuate, che non saranno simili alla uerità, nè anche se bene saranno fatte belle 
dall'arte, però nen si deue far buon giudicio cosi presto di quelle, se non haueranno certe ra 
gioni di argomento senza offesa dichiarite. Perche ancho a Tralli hauendo Apaturio A¬ 
labandeo con scielta, & buona mano finto una scena in un picciolo Theatro, che appresso 
quelli, si chiama Ecclesiastirio, & hauendo in quella fatto in luogo di colonne le figure, 
& i Centauri, che sostentauano gli Architraui, & i rotondi coperti, & le uolte prominenti 
de i frontispici, & le cornici ornate con capi Leonini: lequai cose tutte hanno la ragione 
de i stillicidi, che uengono da i coperti. Oltra di questo nientedimeno sopra quella scena 
era l'Episcenio, nelquale era l'ornato uario di tutto il tetto, i tholi,i pronai, di mezi fron¬ 
tispici. Quando adunque l'aspetto di quella scena compiaceua al uedere di tutti per l'a¬ 
sprezza, & che di gia erano apparecchiati per approuar quell'opera. Allhora salto fuori 
Licinio Matematico, & disse gli Alabandei essere assai suegliati in tutte le cose ciuili, ma 
per non molto gran peccato di non seruar il Decoro, esser giudicati poco saui, perche 
tutte le statue, che sono nel lor Gimnasio, pareno trattar le cause: & quelle, che sono nel 
Foro tener i dischi, o correre, o giocar alla palla. Et cosi lo stato delle figure senza De¬ 
coro tra le proprietà de i luoghi hauerli accresciuto difetto della riputatione della città. 
Ma uediamo anche, che a nostri tempi la scena di Apaturio non ci faccia Alabandei, oue¬ 
ro Abderiti: perche chi di uoi puo hauere le case sopra le tegole de i tetti, ouero le colon¬ 
ne, ouero i frontispici: perche queste cose si pongono sopra i tasselli, & non sopra le tego¬ 
le de itetti. Se adunque le cose, che non possono hauere la uerità del fatto, saranno da 
noi approuate nelle pitture, uerremo anchora noi a consentire, a quelle città, che per tali 
difetti sono state giudicate di poco sapere. Adunque Apaturio non hebbe ardimento 
di rispondere alcuna cosa contra, ma leuò la scena, & mutatala alla ragione del uero, poi 
che fu acconcia, l'approuò. Ohauessero uoluto i dei immortali, che Licinio fusse torna 
to uiuo, & correggesse questa pazria, & gli erranti ordini di queste coperte. Ma egli non 
sara fuor di proposito esplicare, perche la ragion falsa uinca la uerita: perche quello, che 
affaticandosi gli antichi, & ponendoui industria tentauano di approuare con le arti, a no¬ 
stri giorni si consegue con i colori, & con la uaghezza loro; & quella autoritâ, che la sot¬ 
tilita dello artesice daua alle opere, hora la spesa del patrone fa, che non sia desiderata: per¬ 
che
	        
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