Full text: Vitruvius: I Dieci Libri Dell' Architettvra Di M. Vitrvvio

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LIBRO 
se sono tali, che tengono i lettori sempre disiderosi di sapere piu oltra: ma simile ampiezza, & 
liberta non è cosi facile in ogni trattamento. perche se cosi fusse, jo non dubitarei di non potere 
a miei scritti dare con auantaggio autorità, & riputatione: però non potendo far questo, io resto 
con gran disiderio di farlo. & perche non lo possa fare, dice. §Percioche egli non si scriue come 
le historie, ouero ipoemi dell Architettura.3 I poemi sono pensamenti del nostro ingegno, & 
le bistorie essempio delle attioni, però con detti poemi, & historie egli risponde a quello, che egli 
ha dettodi sopra, pensieri dello ingegno, & precetti delle cose. Dapoi seguitando dimostra la 
differenza, che è tra lo scriuere l'historie, & i poemi, & il trattare dell Architettura. 
Le historie da se tengono i lettori, perche hanno uarie espettationi di cose nuoue, & le 
misure, & i piedi de i uersi de i poemi, & la scielta dispositione delle parole, & delle sen 
tenze tra le persone, & la distinta pronuntiatione de i uersi con lusinghe conduceno i sen¬ 
timenti di chi legge, senza offesa in fino all'ultimo de gli scritti. ma questo non si puo fa 
re nello scriuere dell'Architettura. 
La bistoria diletta, perche apporta sempre cose nuoue, delle quali ne è l'animo nostro sempre 
desideroso. dilettando ta uaricta, necessario è, che il lettore si stia sempre bramoso: però per sati 
fare al suo disiderio legge continuamente, & con dispiacere si ferma, nè si sa dipartire, braman 
do di uedere il fine delle attioni. & molto piu dilettano i poemi, si perche hanno la nouità delle 
cole, si perche allettano le orecchie con la dolcexza, & soauità de i numeri, & delle parole, 
doue lhuomo tratto da doppio piacere si lascia condurre, anzi tirare fin all ultimo de gli scritti. 
Et qui si deue auuertire come Vitr. ragionando de i poemi in breui, & efficaci parole ha esplicato 
quello, che è proprio del poema, & delle parole legate con dolcexza, & delle sentenze dette con 
decoro, & della pronunciatione fatta con gratia. Ma nel trattamento d'un arte, perche le pa¬ 
role nasceno da necessità, & le cose sono oscure, non si puo adescare l'animo di chi legge, essen¬ 
do dalla stranexxa delle parole, & dalla difficultà delle cose confuso; ilche maggiormente nel 
lArchitettura si conosce, il cui trattamento di sua natura è piu difficile de gli altri. & però ben 
dice Vitr. che questo non si puo fare nello scriuere della Architettura: cioè con uarie espettatio 
n di co, &am co dolcexxa di parole tirare gli animi fin al fine. Et ne rende la causa dicendo, 
Perche i uocaboli nati dalla propria necessità dell'arte con inusitato parlare oscurano 
la iutelligenza. non essendo adunque quelli da se manifesti, & non essendo anche esposti 
& chiari i nomi di quelli nella pratica, & nella consuetudine, & uagando molto le scrittu 
re dei precetti, se non si ristringeno, & con poche, & aperte sentenze non si dichiarano 
nonendou: im pedimento la. moltitudine, & la frequenza del parlare, rendeno dubbiose le 
menti de i lettori. 
ogni arte usa i proprij uocaboli, i quali nasceno dalla necesita delle cose. però bisogna prima 
sapere partitamente come si chiamano le cose, & come dicono i filososi. Il quid nominis. Que¬ 
ta propriet à de uocaboli rende oscuro il sentimento di chi legge. Euui anche un altra difficul¬ 
ta, che nasce nel modo del dire; perche non è lecito nello insegnare un Arte, ampliarsi, & usa 
ae circuiti di parlare, perche non si finirebbe mai, & tirandosi la cosa in lungo non si seruirebbe 
alla memorta, alla quale si conuiene con labreuità, & con l'ordine porgere aiuto. Bisogna adun 
que insegnando esser breue. la doue ottimamente dice V.tr. in questo luogo Sche le scritture de 
iprécetti s Cioe il dare precetti, & ammaestramenti scriueudo se non si, ristringeno z; cioè se 
non si danno con breuita, & con poche, & aperte sentenze, ?non si dichiarano: 8 Ecco la chia 
rexa sponendui impedimento la frequenza ? cioè la inculcatione, doue s'oscura lo intelletto 
& la moltitidine? cioe la lunghexxa & ampiexxa doue si offende la memoria, rendeno dubbi¬ 
se le rogitationi di chi legge: & per cogitationem pare, che Vitr. intenda le uirtu piu interiori del¬ 
Lanima, che sono la memoria, & lo intelletto. Essendo adunque uerisimo quanto s'e detto, con 
clude dicendo. 
Et però pronunciando io gli occulti nomi, & compartimenti delle membra delle ope¬ 
re,
	        
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