Full text: Vitruvius: I Dieci Libri Dell' Architettvra Di M. Vitrvvio

LIBRO 
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cio andaro no piu inanzi, & dilettandosi di moduli piu sottili, fecero l'altezza della colon 
na Dorica di sette diametri della grossezza, & la Ionica di otto, & meza. Et quello, che 
gli Ioni fecero da prima, Ionico è stato detto. Ma il terzo genere, che Corinthio si 
chiama, è preso dalla imitatione della sueltezza uirginale, imperoche le uergini per la te¬ 
nerezza della età, essendo di piu suelte membra formate, riceueno piu leggiadri, & gratiosi 
effetti. Ma la inuentione del capitello Corinthio si narra che in questo modo sia stata ritro 
uata. Vna uergine cittadina di Corinto gia da marito, essendo inferma uenne a morte. 
la notrice di quella hauendo raccolto tutti que uasi, de i quali la uergine uiuendo si dilet¬ 
taua, & posti quelli in un cestello, dapoi, che fu sepelita, gli fece portare al monumento, 
& porli da capo, & accioche piu lungamente restassero allo scoperto aere, ui pose sopra 
una tegola. Il cestello per caso era stato posto sopra una radice di Acanto. in quel mezo 
la radice nel mezo dal peso oppressa, mandò fuori da primauera i ritorti cauli, & le foglie 
crescendo i cauli lungo i lati del cestello, & da gli anguli della tegola per la necessitâ spin 
ti in fuori, furono constretti nelle ultime parti delle uolute piegarsi. Allhora Callima¬ 
co, il quale per la eleganza, & sottigliezza dell'arte, fu da gli Atheniesi cachizotecnos no 
minato, passando appresso quel monumento, auuertendo uide quel cestello, & d'intor¬ 
no la tenerezza nascente delle foglie, & dilettatosi della maniera, & della nouità del la for¬ 
ma fece a quella simiglianza appresso i Corinthij le colonne, & pose. le conueneuoli ragio 
ni di quelle, & dapoi nelle perfettioni delle opere, fece la distributione della maniera 
Corinthia. 
Richiederebbe un curioso, che io citassi in questo luogo l'auttorità di Plinio, di Pausania, & 
di Strabone, & d'altri autori per esponere le historie, & le descrittioni de i luoghi posti da Vitr. 
gior cura mi strigne, & d'importanza maggiore, che narrare le histo 
ma io credo a Vitr. & ma 
rie, descriuer luoghi, & dipigner herbe. Grande occasione, & bella, ci ha dato la natura, per 
fare, che l'arte perfetta fusse, quando ella ci propose la forma del corpo humano. percioche con 
il numero, con itermini, & contorni, con lo sito, & collocatione delle parti, in un soggetto no 
bilissimo ci diede essempio merauiglioso di singular bellezza; fece, che i corpi quantunque dissimi 
gl'anti fussero, nientedimeno belli, & ben formati, & uaghi ci paressero. La onde molte bellexxe 
nate sono, percioche con lo certo, & determinato numero delle parti, la natura congiunse la cor 
rispondente grandezza con i termini suoi, & niente lasciò, che in luogo proprio, & accommo¬ 
dato non fusse: perche si trouano de i corpi gentili, & suelti, che ci porgeno diletto, & se ne tro¬ 
uano de gli altri, che sono piu sodi, è maggiori, & però non ci dispiaceno, & finalmente tra que¬ 
sti, & quelli altri sono belli, & gratiosi, come che in ogni cosa si truoua il grande, il picciolo 
& il mediocre, ciascuno con le sue ragioni. il che considerando l'huomno, & leggendo nel li¬ 
bro della natura per imitarla nelle sue compositioni, uolle, che tre maniere fussero prin¬ 
cipali del fabricare, considerando molto bene l'officio, & il fine di ciascuna fabri¬ 
ca: & però quella che piu potesse durare alla fatica, & piu fermexxa, & piu di sodo hauesse, 
Dorica uolle chiamare: perche fu prima da i Doriesi di questo modo pigliata: ma quella, che pii 
sottile, & piu suelta fusse, Corinthia: la mezana, quasi tra amendue collocata, sonica, da lone, 
come dice Vitr. Ma perche ciascuna hauesse donde parere diletteuole, & bella, comincio con 
gran diligenza a considerare, che numero, che termini, & come si hauessero a disporre le par¬ 
ti, Vedendosi adunque (come ben discorre Lione) che il diametro del corpo humano dall uno, 
Paltro lato, è per la sesta parte, & dal bilico alle reni per la decima dell'altexxa del corpo, 
fu presa l'occasione delle misure: perche ritrouando, che se delle colonne altre fussero piu alte 
sei parti, altre dieci del piede loro, per lo innato sentimento, col quale potemo giudicare, che tan 
ta grossezza, ouero tanta sottigliezza non ha del buono, cominciò a fare l'ufficio , & discor 
rere, che cosa fusse di mezo tra questi eccessi, che potesse piacere, & di subito si diede alla in¬ 
uentione delle proportioni, & cosi posti insieme quegli eccessi, cioè sei, & dieci, diuisero la som¬ 
ma
	        
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