Full text: Vitruvius: I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio

PRIMO. 
ridre soto un terminecommite; e guesta laregola; ma pin chiaranente per kessenpio, am; aeso gandoio haners dehircte kor= 
dine delle parti comparate al tutto, dice in quanto à questo ordine Vitr. 
un rispetto di tutta la Proportione àl Compartimento delle misure. 
oportone e ompar tione d eo e an sesenatura, uesa nel architetra sa iglandhouna certa, Er äkterminta gamnti . lagnche 
sa regolatrice ditutele grandexe, ep; mijsure dele part, op; membri dellopere, Pessenpio e questo Vir. nel terso lbro al secondo, no¬ 
lendorender ragioned quellabelamnaniera de i Tempij, mella quale éit luogo commodo, ep fermo patiotra una colonna, er altra, die 
che egl bjogna, che lo spatio sia dellagrossexga, ≈ de. quarto delacolonna, & on questo dee, se la Fronte del luogo sar diquatro co¬ 
lome, hlogna compartrlain undle pari, S me ea, lascando lestire, Er nadeleundieidene esfreilmnodulo, checosteliehing aund 
lamsura, che regola tuttele grandeege dellopere, da poscia alle grossexe delle olonne un modiulo, àg l estremi stati oti de mochuli- 
E la quarta parte, allospatio iano dime xo tre modali; amp in questo modo ordina tutta lasaciata, come chiaraniente si uede, che quatro 1o 
madalis auno a quatro colonne, ire allos ativ dl meo,che sono sette, quatro, e mego, à gi Patida i lati , chesono undeie 
mex Lo, Gpcosir ferisce d tutto quel modula, che egli prese per regola. Simimente uuole, chel aite xa delle colonne sia dotto modul 
& mezzo; & la ragione stessa è lodata;, se la 
le sara di sei colonne, percio che quella e diuisa in parti diciotto, & uuole, che una di 
quelle si habbia per lo modulo, dicendo la gro 
tdelle colonne douere essere d'un modulo; essendo adunque sei colonne, sei moduli nelle 
grossexxe loro si metteranno; sonui ancho cinque spatij, quello di mexzo occupa tre moduli, iquali con i sei fanno noue moduli. Ma ne i 
niatrosf aij del ina, Gr abra parte, essendo ciaseuno di due moduli, ep la quarta parte, terano lo spatio di none moduli; iqualiconi 
egen seneheneaehen eoe e e e ene lahnsoese ieiaen 
tro & mexxa und delle quali sar à il modulo, & regoletta di futta P'opera: Oto colonne terranno in groqsexxa otto modult, lo satio 
mexTotre, i sei da i lati tredici, & megxo occupando per ogni spatio come s 'e detto, due moduli, & la quarta parte, lequali part son 
alla somma di uent quatro, & me 22o. Ordine aduque è comparatione di disaguaglanga, che comincia in una precedente quantita come ao 
regola di tutte le parti, tra se, & al tuto riferita, facendo, & dimostrando una conuenien za di misure nominata da Greci. Simmetria 
& pero dice Vitr. l'Ordine esser composto di quantita anxi pure la Simmetric, percio che non puo esser Simmetria, cioe conuenienxa di mi¬ 
sure senza molte quantità, & misure; dice adunque l'autore.: 
Questa si compone di quantita, cioè la Sinmetria 
Et dichiara, che cosa è quantità dicendo. 
Laquale è conueniente effetto de i moduli dalla presa di essa opera, & da ciascuna parte de t membri di tutto 
il lauoro. 
Come se dichiarato per Fessempio di Vir. ilquale prina prende tutal opera nela Fronte, & quellain partiduide, ep d quelleparti ne fa la 
regoletta, & il modulo, ilquale tempera, & modera i membri, & le parti dell opera facendo net tutto un conueniente, effetto 
La Dispositione è atta collocatione dellem cose, & scelto effetto dellopera nella compositione: d'essam con qualita. 
La Dispositione compara le parti dell opere non come grandexze, ma comem parti da efser collocate nel propio luogo, percio che non e assai tro¬ 
uare und commune nisura, che sia regola della grandexxa di ciascuna parte, ma bisogna ancho trouare un ordine di quella cosa, che ha par 
te, non comparando le parti come grandexxe, & quantita, ma comparandole come cose da esser poste al luogo suo. Duè maniere song 
di dispositione, l'una dal caso procede, ò dalla necessita, & laltra dall artificio, odalsapere: Vitr. ragiona di questa ultimna nel pre¬ 
sente luogo, ma nel sesto libro ragiona della prima, & moto bene si lascia intendere al secondo capitolo del detto libro, circa le predette sei 
cose dicendo. 
Niuna cura maggiore hauer deue l'Architetto, che far, che gli Edificij habbiano per le proportioni della rata parte in 
omponimenti delle loro ragioni. Quando adunque sarà fornita la ragione delle misure; & con discorso esplicate le 
roportioni. 
Come ricerca l'Ordine, & la Simmetria. 
Allhora è propio anche dell'acutezza dello intelletto prouedere alla natura delluogo, alfuso, alla bellezza, & a 
giugnendo, ò scemando, far conumeneuoli temperameni 
ti, aeciò che quando sarà tolto; ò uero aecrescruto alcui 
cosa alla misura, ciò paia essere drittamente formatô. 
Come fa Vitr. nella Dispositione delle Basiliche nel quinto libro, doue egli iuole; che essendo il luogo piu lungo di quello, che siconuiene alla 
misura della Basilica rispetto alla larghexxa, si facciano le Calcidiche da 
capi. Segue Vitr. 
In modo, che niente 
piu si desideri nello aspetto, (Ecco la Eurit 
mia.) Perche altra forma pare, che sia da presso, & al 
altra da lunge, & in altezza; ne quella stessa pare in hiogo rinchiuso, che pare in luogo aperto; nelle quai 
opera di grande ingegno saper prender partito.. 
Et in fine del detto cap. dice piu chiaramente, toccando la Dispositione, che dal caso, & dalla necessita procede. 
lo non penso che bisogni dubitare, che alle naturem, & necessità de i luoghi non si debbino fare gli accrescimenti, & le di 5o 
minutioni, ma in modo, che in simile opera niente sia disiderato, & quęsto non solo per dottrina, ma per acute 
za d'ingegno si puo fare, & però prima egli si deue ordinare la ragione delle misure, dalla quale si possa senza dub 
tatione pigliare il mutamento delle cose, dipoi esplicato sia lo spatio dal basso dell'opera, che si deue fare di larghez¬ 
za, & di lunghezza, della quale opera, quando una fiata sarà la grandezza constituta lo apparato della propo 
ne alla bellezza ne segua, acciò che dubbio non sia l'aspetto della consonanza, à chi ui uorrà sopra considerare. 
Dalle parole di Vitr. chiaramente si conosce il numero lP'ordine, & la natura delle sei parti predette; io Pho uolute allegare, per esser lintento 
mio d'esporre Vitr. con Vitr. stesso, quanto mi sarà possibile. Dispositione dunque è ordine, che dimostra che cosa in che luogo ponere si con¬ 
, & però dice Vitr. quella essere. 
Atta collocatione delle cose. 
Et per cosa intende le stanze, & le parti di esse, ò uero le parti dell opere fatte dallo Architetto siano quali si uoglia. Da questa collocatione uno ap; 
effetto ne nasce, che è il uedere in tutta la compositione una bella qualità, che è connueniente sito à ciascuna cosa, & però dice. 
Scelto effetto dell'opera nella compositione di essa con quali 
Scelto, cioè sbrigato, netto, distinto. Alla Dispositione s oppone il superfluo, come all Ordine la confusione, & si puo dire, che l'Ordine è Dispe 
sitione delle misure alla Simmetria, la Dispositione è Ordine delle parti al luogo come si uedram nel libro primo al sesto cap. & in molti luoghi d 
ia è della Pianta per dimostra 
l'opera chiaramente. Nel collocar le parti lo Architetto forma nel suo pensiero tre Idee, & figure dell opere, P'un 
praphia, 'altra e la Eleuation 
la larghez za, & la lunghezza delle parti, & del tutto, collocando ogni parte al suo luogo, et questa è detta lcnogi 
che all altezza dell opere si dona, detta Orthografia, detta lo in Piè, la quale deue essere alla Pianta conforme, altrimenti non sarebbe una stessa 
sa quella che nasce, & quellache cresce, il che è grande errore, & contra lanatura delle cose, percio che nell piante, & ne gli amimali si 
suello che nasce, & quel che cresce esser lo stesso, & niuna parte aggiugnersi da poi. La terza Idea è il Profilo detto Schiographia dal 
infinita utilitâ ne prende l'Architetto, perciò che dalla descrittione del Profilo ben fatta rende conto delle grossezze de i muri, de 8 
sporti, delle ritrattioni d'ogni membro, & quasi Medico dimostra tutte le parti interiori, & esteriori dell'opere, & però in questo ufficiol 
bisogno di grandissimo pensamento, & giuditio, & pratica, come à chi gli effetti del Profilo considera, è manifesto; perche in uero l'eleuatio¬ 
ne della fronte, & la maestà della cosa, essendo fatta nella superficie non dimostra gli sporti, le ritrattioni, le grossezze delle Cornici de i Ca¬ 
pitelli, de i Basamenti, de i Frontespitij, delle scale, de i Piedistalli, et d'altre cose, & però è necessario il Profilo, & con queste tre Idee espr 
se in dissegno l'Architetto s'assicura come l'opera deue riuscire, & fa piu certa la sua intentione, & l'altrui desiderio di far opra lod¬ 
degna, & appresso s'assicura della spesa, & di molte cose all opera pertinenti, dalle dette idee che son forme dell'opere concette nella me¬ 
ii espresse
	        
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