Full text: Vitruvius: I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio

SESTO. 
rieini oe peil gel paleh gesi priaeieise orhnari eleki. Kanenheriadange Vir ePliceogestasfren / 
egl ponenuna isan ad guese saesat ala re, e eneche pure, che le Coriuthiesano Grehe, erehele Egtie ancho sanostense 
di Greci,or lun, amp; altra maniera sia Aata presa da lalani, mientedimeno io stimo, che queste sale, he eglinel presente capo deceser- 
la Grecda, on fussero state prese da ltalian, na che solo in Grecia susassero. Queste diee egli che sichiamauano Cixicene, osi det da unater 
ra di milesinalae propontide Erano poste al Setrione, rguardauano icampi et leuerdure haueuano le porte nel mexo, capiuano due Tr 
clunj con quello, che egli aa intorno opposti 'uno allatro,da iletidei qual si poteuano uedere le uerdure per le fnestre. Le misre d 
queste sale sono bene da Vir. dichiarite, ne ei acadle figura, perche dalle fgure sopraposte ≈dalleregoletante fate dichiarite uno stu- 
dioso, e diligente ne può cauare la forma. 
CAP. VII. A CHE PARTE DEL CIELO OGNI MANIERA 
DI EDIFICIO DEVE GVARDARE ACCIO 
SIA VTILE, E SANA. 
OR noi dichiararemo con che proprieta lemaniere de gliedifici alluso, & le partidel cielo com¬ 
modamente posino riguardare. ITriclini del uerno, & luoghi de i bagni riguardino quella par¬ 
te, doue il Sole trammonta il uerno, perche bisogna usare illume della ser, & ancho per questo, pei 
che il Sole cadendo ha lo splendore opposto, & rimettendo ilcalore nel tempo uespertino intepe 
disce piu la ragione dintorno. I Cubiculi, & le Librerie deono esser poste all Oriente, perche luso 
—. uuole il lume mattutino, & ancho i libri non si guastano nelle librerie, perche in quelle, che sono, 
erlo ill 
gie, o uero à Ponente le carte sono guaste da i Tarl, & allhumore, perche i uenti humidi se 
gnenti li fanno generare, & gli notriscono; e spargendo gli spiriti humidi per la muffa corrompeno i uolu 
imi. ITri¬ 
clny di Primauera, & d'Autunno sidrizzano all Oriente, perche l'impeto del Sole opposto andando di longo uerso 
rOccidente fa quelle stanze di lumi circondate piu temperate in quel tempo, che si sogliono adoperare. Ma quelli 
della state deono riguardare al Settentrione, perche quella parte, non come le altre, che nello sostitio si fanno per lo 
calore ardenti, per esser riuolta dal corso del Sole, sempre, è, fresca, & nell'uso porge sanitâ, e piacere. Et cosi 
que luoghi, doue si hanno à saluare scritture, e tauole ò pitture detti Pinacothechi, oue si fanno le coltre, opiumac¬ 
ci cucciti con diuersi colori & imbottiti, o doue si dipigne, bisogna che riguardino al Settentrione, accioche i colo¬ 
ri di quelli per la fermezza, & egualità de lumi siano nelle opere impermutabili, 
Hadiehanogliantchi molka auer tenga d Decoro de qudle parlato hauemo nel Prino Libro. Similmentealla Dostributione, cheserue alkaso. 
perche Vitr. parla in questo luogo di quello, che ci accommoda, & parlera di quello che sta bene, & che conuiene à diuersi gradi di perso¬ 
ne; Et iniiero, come io ho detto nel principio di questo Libro Vitr. ha uoluto, che noi consideriamo egualmente le cose dette nel primo nelle 
opere publiche, & elle priuate: perche quelle erano indifferenti, communi, & aplicabili come i numeri, & le figure à diuerse materie, 
Quanto adunque apartiene alla Distributione,si uede nel presente capo, che egli trata à che parti del cielo, quali stanze douemo fabricare, Si 
perche ne habbiamo commodo, & utilità, si perche siano sane. Gli antichi m ingiauano secondo le stagioni in diuerse stanze, nella state in 
luoghi uolti al Settentrione, & che haueuano acque, & uerdure, il uerno haueuano il fuoco, la facciata piu calda, imparando da gli ucel 
che secondo le stagiami uanno mutando il luogo, & perche non solamente douemo houer cura della commodita delle persone, ma ancho della 
seruatione delle robbe, però molto bene douemo considerare di far le stanze per saluar le robbe, ulche in questo capo da Vitr. à molto tenec 
siderato, & ci lascia da pensare piu oltra secondo P'occasione, imperoche egli non abbraccia ogni col 
tanto lume, che ci basta, oltra 
che ne dira ancho dapoi, ci sono ancho le case de gli artifici 
i, & de mercanti che uendono cose, che 
no d'esser conseruati in propi 
secondo le qualità delle merci, Similmente le muniti 
ioni, i uiueri, le armi, & luoghi dall'oglio, dalle Lane, delle Specierie, & de i Frut¬ 
no le loro propieta da esser considerate, perche poi niente sia, che guasti le robbe, ma queste cose non cadono in consideratione nelle cose 
de i grandi. Seguita ancho un altra distributione, che participa del Decoro, & dice. 
CAP. VIII. DE I PROPI LVOGHI DE GLI ÉDIFICI, E PRI¬ 
VATI, E COMMVNI, ET DELLE MANIERE CONVE¬ 
NIENTI AD OGNI QVALITA DI PERSONE. 
SSENDO le stanze alle parti del Cielo à questo modo disposte, allhora bisogna auuertire, con che 
ragione à i padri di famiglia i propij luoghi, & i communi con gli strani in che modo si deono fabrica 
re, perche in questi, che propi sono, non è lecito, ne puo ognuno in essi entrare se non e inuitato, co 
me sono i Cubiculi, i Triclini, i Bagni, & le altre stanze, che hanno listesse ragioni dell'uso loro. Com 
muni sono quelli, ne i quali ancho chi non, è, chiamato del popolo ui puo entrare. Questi sono l'en¬ 
Se Goeh ei aehen epohohne haoitee pehange a. 
sono di sorte commune, non sono necessarie l'entrate magnifiche, ne i Tablini, ne gli Atri, perche questi prestano à 
gli altri quegli officij cercando, che da gli altri sono cercati. Ma quelli, che seruono alla utilita, e frutti della uilla, 
le entrate delle loro case deono hauere gli stabuli, & le tauerne, & nelle case l'arche, e i granai, le saluarobbe, & le 
spense, che possono piu presto esser per seruare i frutti, che à bellezza, & ornamento. Cosi à publicani, à banchie¬ 
ri, o uero ulurari, si fanno le case piu commode, èmpiu belle, & piu sicure delle insidie. Agli huomini di palazzo, 
& à gli auuocati piu eleganti, & piu spatiose, per poter riceuere, & admettere la maltitudine delle genti. A nobili, 90 
che ne i magistrati, & ne gli honori deono à cittadini non mancare d'officio, si deue fare le entrate regali, e gli Atri al¬ 
ti, & i portichi, ò loggie amplissime, & gli spatij da caminare piu larghi perfetti all'ornanmento, e Decoro. Oltra 
di cio le Librerie, le Cancellarie, le Basiliche non dis simiglianti da quello, che ricerca la magnificenza delle opere pr 
bliche, perche nelle lor case spesso si fanno & i consigli publici e priuati, & gli arbitrari giudici, e compromessi. Se 
adunque con queste ragioni ad ogni se 
orte di persone cosi seranno gli edificij disposti, come del Decoro e stato scrit¬ 
to nel primo uolume, non sera cosa degna di riprensione, perche haueranno ad ogni cosa commode, & senza menda 
se loro esplicationi. Et di quelle cose non solo ci seranno, nella Città le ragioni, ma ancho nella uilla. Eccetto, che 
nella Città gli Atrij sono uicini alle porte, ma nella uilla, che quasi imitano le cittadinesche subito appresso le port¬ 
sono i Peristili, dapoi gli Atrij che hanno i portichi d'intorno con pauimenti, che riguardano uerso le palestri, & i 
luoghi da passeggiare. Io ho descritto diligentemente come ho proposto, in somma le ragioni di fare le fabriche cit¬ 7° 
tadinesche nella Città. 
Espedita la parte, che apparteneua alla Distributione. Vitr. nel presente capo ci dimostra quanto conuiene al Decoro, che altro non e, che un 
ripetto alla dignita, & allo stato delle personè. Fatta adunque la distintione delle persone bisogna à ciasuna secondo il grado suo 
re, & pero altro compartimento hauerà la casa d'un Signore, altro quella del nobile, altro quella del populo. Le parti delle case sin 
siano, ò communi, ò propie deono riguardare alla qualita delle persone. Vsauano anticamente quelli, che con maggiore splendidez za uoleuano 
fabricare
	        
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